Per spiegare questo nuovo fenomeno che affligge le relazioni sentimentali, occorre ritornare con la mente alle lezioni in cui abbiamo appreso i primi rudimenti di astronomia e meccanica celeste.
Quando abbiamo scoperto che il sole è al centro di un sistema di pianeti, satelliti e corpi minori che ‘orbitano’ (ovvero, descrivono un’orbita) attorno ad esso.
E anche se l’idea di essere attratti da un centro di gravità, se traslata in amore, può sembrare poetica, la realtà del fenomeno definito ‘orbiting’ non lo è affatto.
Orbiting, il significato
Il significato della parola ‘orbiting’ è proprio questo, deriva dall’inglese ‘to orbit’, letteralmente orbitare e significa muoversi in cerchio attorno a un centro di gravità.
Orbiting, che cos’è?
Questo termine è stato preso in prestito dall’astronomia dalla blogger Anna Rose Iovine per indicare quel fenomeno, sempre più frequente nelle relazioni sentimentali dei nostri giorni che per tanta parte si svolgono online, in cui una persona sparisce dalla tua vita reale, ma rimane invece molto presente nella tua vita virtuale, tenendoti nella sua orbita, in modo che siate ‘abbastanza vicini per vedervi, abbastanza lontani per non parlarvi mai’.
Hai presente quell’ex che non risponde al telefono ma che non si perde una tua storia su Instagram? Quel tinder che non apre nemmeno le notifiche WhatsApp ma mette like a tutte le tue foto su Facebook? Quella persona con la quale è finita perché magari doveva finire, ma è stato doloroso e vi siete detti di non sentirvi più per accelerare il processo di guarigione di entrambi e invece le sue interazioni online costellano ogni tuo post, immancabili come la pioggia a Pasquetta?
Ecco, l’orbiting è quella cosa lì.
Orbiting e ghosting, che differenza c’è?
Ti abbiamo parlato estesamente del ‘ghosting’, ma di fondo la differenza fondamentale tra il (la) ghoster e l’orbiter è questa: il ghoster scompare nel nulla, dall’oggi al domani, senza dare spiegazioni, l’orbiter scompare solo dalla tua vita reale. Impossibile parlarci direttamente, inimmaginabile incontrarlo di persona, ma molto probabile vederlo ricicciare, quando meno te l’aspetti, in qualche interazione in rete.
Pensavi fosse impossibile trovare un compartamento più odioso del ghosting? Hai avuto a che fare con un(a) orbiter? Adesso confessa che non rimpiangi la coerenza di chi, almeno, ha la decenza di sparire per sempre dalla tua vita!
Orbiting, perché si fa
Ovviamente i profili psicologici dell’orbiter sono i più vari e può essere utile passarli un po’ in rassegna per cercare di capire a quale categoria appartiene il tuo.
L’inconsapevole
La persona che è scomparsa dalla tua vita in presenza, ma compare quotidianamente nella tua vita online è semplicemente uno sprovveduto. E, come sempre, parliamo al maschile ma è chiaro che questi comportamenti sono messi in atto da donne e uomini allo stesso modo.
Dunque, dicevamo, si tratta semplicemente di una persona che non ha ancora capito che dopo una storia, se ne visualizza automaticamente un’altra. O forse non sa che tu puoi sapere chi ha visto le tue storie. Sono persone che percepiscono la propria presenza online come qualcosa di staccato dalla realtà, senza sapere che, invece, quello che facciamo nel mondo virtuale si ripercuote immancabilmente nella nostra vita ‘vera’.
L’educato/a
C’è poi quella persona che trova brutto sparire del tutto, dopo che magari si sono condivisi dei sentimenti e, per un mal interpretato concetto di educazione o carineria, si sente obbligato a supportare la tua attività online con un sostegno che non è però disposto a darti nella vita reale. Perché quel sostegno che è così facile dare con un semplice movimento del pollice è ben più impegnativo quando si tratta, per fare un esempio, di fornire ascolto. Magari alla tua sofferenza, magari alla nostalgia che provi proprio per la fine della vostra relazione.
L’indeciso/a
Vi siete lasciati, ma lui (lei) non è poi così convinto. Avrà fatto bene? Ci saranno prede più appetibili là fuori? L’orbiter si dà da fare, ovvio, ma nel frattempo ti tiene ‘in caldo’, in un limbo nel quale si sentirà autorizzato a riemergere in maniera più consistente se, un domani, dovesse rendersi conto di aver fatto la scelta sbagliata.
Roba che il ghoster, al confronto, ci appare un gentleman(woman).
Il(la) narcisista
Lui (lei) è un sole che ama avere mille pianeti attorno e illudersi di avere una forza magnetica pari solo a quella dell’astro vero e proprio. Interagisce (online) con svariate persone per sentirsi sempre al centro di qualcosa. Intrattiene mille conversazione, ma se guardi più da vicino, ti rendi conto che sono solo monologhi tra sé e sé. Che è l’unica cosa che gli/le interessa.
L’annoiato/a
È quella persona che mette ‘like’ mentre aspetta la consegna del cibo o l’appuntamento con il medico. Non si rende minimamente conto dell’impatto che quel gesto potrebbe avere sull’altro. Non ci pensa proprio perché di fondo, come il narcisista, anche l’annoiato è il centro del proprio universo e misura tutto con il metro di se stesso. Lui (lei) non soffre e dunque perché l’altro dovrebbe?
Chi fa orbiting, ritorna?
Difficile rispondere in maniera categorica a questa domanda perché è chiaro che ci possono essere casi di persone che, dopo essersi presi un periodo di pausa, capiscono di voler tornare sui propri passi.
Può succedere. Eppure, nella stragrande maggioranza dei casi, chi si affida a questa modalità di interazione per restare nei tuoi pensieri, rientra in uno dei profili che abbiamo elencato sopra e non ha nessuna intenzione di tornare.
Come si fa a capirlo?
Il tempo, come spesso nelle faccende di cuore, è un grande indicatore. Se l’orbiting segue immediatamente una separazione, magari dolorosa, avvenuta da poco, è probabilmente la spia di una vera e propria difficoltà a staccarsi dall’altro, un voler cercare di restare, in qualche modo, nella sua vita.
Se invece questo atteggiamento avviene dopo una relazione di poca importanza e soprattutto, si protrae nel tempo, allora è abbastanza evidente che si tratta di uno dei casi qua sopra.
Quindi? Che si fa?
Come liberarsi di un/a ‘orbiter’?
Il primo passo, come sempre, è rendersi conto di essere vittime di questo tipo di comportamento. E anche se questa puntualizzazione può sembrare futile, in realtà non lo è affatto.
Il grande problema di atteggimenti come il ghosting e l’orbiting infatti è proprio questo, che creano un senso di incertezza, inadeguatezza e colpevolezza proprio in chi li subisce. Che, spesso e volentieri, è una persona ben felice di continuare ad illudersi che ci sarà un seguito a quella storia e che l’orbiter tornerà sui propri passi perché alla fine, questa costante presenza online non è forse sinonimo di un interesse che magari non si riesce a manifestare in altro modo? Ecco, la risposta è no.
E dunque, prima di tutto, è importante riconoscere il fenomeno e dargli il suo giusto nome.
Dopo di che il modo migliore di difendersi è bloccando o ‘silenziando’ l’orbiter online. In questo modo, lui/lei non vedrà più i contenuti che posti, ma non capirà bene perché.
Se invece questa strategia non fosse applicabile, ricordati che non c’è niente di male nell’affrontarlo/a apertamente, spiegando come e perché il suo atteggiamento ti ferisce o ti importuna e chiedendo la cortesia di uscire, finalmente, dalla tua vita.
Ma, certamente, la cosa più importante è la tua consapevolezza, una volta che avrai smascherato l’orbiter, vedrai che tutti i suoi like e le sue visualizzazioni ti lasceranno indifferente e anzi, ti faranno anche un po’ sorridere.
Il consiglio dei consigli? Esci un po’ dalla tua vita online e vai a respirare aria fresca. Ci sono buone possibilità che incontrerai una persona in carne ed ossa che ti farà girare… la testa!