Due incontri tra le dune della spiaggia, osservati da lontano ed esibiti senza pudore in un’orgia di sesso e natura, sole e mare. Due storie di Rafa de la Rosa, che puoi leggere in originale qui.

Sguardi complici

Ho intercettato il tuo sguardo tra la marea di gente.

Tu anche hai captato il mio. Lo sai. Anche se i miei occhi sono nascosti dalle lenti scure. C’è qualcosa che entrambi comprendiamo, che entrambi abbiamo riconosciuto nei movimenti dell’altro, nel modo in cui ci guardiamo. Quella sottile differenza dello sguardo che si sofferma un istante più del dovuto.

Parlo con i miei amici sotto l’ombrellone, pochi metri più in là tu leggi il tuo libro sdraiato sull’asciugamano. Fingendo una normalità che solo noi sappiamo essere falsa perché, dall’istante esatto in cui ci siamo incrociati, tutto il resto ha smesso di avere importanza.

Da quanto tempo non volti pagina? Ma hai passato i tuoi occhi sulla mia mascella, sulle mie labbra, sulla curva delle mie spalle. E io? Da quanto tempo non prendo parte alla conversazione? Rido quando gli altri ridono, però i miei occhi (nascosti dalle lenti scure) percorrono la tua figura, il tuo dorso inarcato, il tuo sedere coperto dal costume.

E, come tu mi leggi attraverso i vestiti, io ti immagino nudo. E lo sai, senti i miei occhi sfiorarti da lontano quando, senza distogliere lo sguardo, ti aggiusti il costume da bagno. Un gesto che passerà inosservato al resto delle persone sulla spiaggia, ma non a me, che vedo chiaramente cosa nascondi sotto. Quando mi alzo per scuotere l’asciugamano, riesco a malapena a nascondere l’eccitazione; una cosa che nessuno dei miei amici ha notato ma che tu guardi con un sorriso obliquo mentre ti mordi il labbro.

Ho colto il tuo sguardo e il tuo interesse. Così come tu hai colto il mio.

In questo gioco di sottigliezze invisibili, ci lanciamo da lontano un’occhiata complice. Le dune dove andremo a gemere, e quelli che vi si nascondono, masturbandosi febbrilmente mentre ci guardano, anche loro saranno nostri complici.

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Sguardi indiscreti

Cammino tra le dune di Punta Candor, sento il sole bruciarmi sulla pelle. Amo la sensazione della brezza del mare sul mio corpo nudo. Io e il mare. Io e il sole.

Non c’è posto migliore, a Cadice, per godersi una giornata in spiaggia, in buona compagnia.

Un ragazzo giovane passa di fianco a me in bicicletta, diretto verso il parcheggio sulla strada. I nostri sguardi si incrociano anche se il suo non si sofferma nei miei occhi ma, nel breve tempo che abbiamo a disposizione prima che mi sia alle spalle, scivola come olio sul mio petto, sul mio torace, fino a raggiungere il mio sesso. Sorrido, divertito. Ancora di più quando la bici si ferma subito dopo avermi sorpassato. Anche io mi fermo, e lancio uno sguardo oltre la mia spalla: il ragazzo non tarda ad avvicinarsi. Senza interporre parole, dirige la mano verso la mia incipiente erezione, lascia cadere la bici e posa le sue labbra sopra le mie.

Mi piace, non c’è motivo di fingere quando entrambi sappiamo che vogliamo dissetarci l’uno con l’altro.

Perché la sua bocca è acqua in questa spiaggia di dune.

Si inginocchia senza staccare gli occhi dai miei. Si toglie la camicia e si abbassa il costume da bagno. Scorgo a metà il sesso che spunta, ma subito scompare alla mia vista quando il ragazzo si prende il mio in bocca.

Benedetti universitari che non stanno a perdere tempo.

Intravedo tra le dune sguardi indiscreti, curiosi che ci osservano dietro occhiali da sole, tra gli alberi vicini.  Sorrido e spingo la testa del ragazzo contro il mio sesso finché la mia erezione scompare completamente nella sua bocca. Lui geme, anche io.  Il mio sesso riappare, imperlato della sua saliva.

Con il calore del sole impresso nei suoi occhi, si alza per tornare a baciarmi. E io bevo da lui, mi immergo nel mare del suo corpo, delle sue labbra, del suo torso nudo e della sua erezione palpitante.

Quando entro dentro di lui, i curiosi non fingono più indifferenza ma tengono gli occhi incollati a noi, pendono dai suoi gemiti, dalla sua schiena inarcata e dai miei fianchi che si avvicinano e si allontanano al suo corpo con un ritmo sempre più veloce e frenetico.

Quando viene sulla sabbia, anche il sole sembra brillare più forte. Quando il mio orgasmo esplode dentro di lui, il mare romba furioso.

Ci salutiamo con un sorriso, uguale e diverso da quello che ci siamo scambiati quando ci siamo incontrati. E la brezza marina si solleva, con calma, ricordandomi quanto mi piace sentirla sul mio corpo nudo. E il sole mi accarezza la pelle con il suo tocco ardente. Io e il mare, io e il sole.

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