Il sole brucia sulle guance arrossate, il vento si infila dentro le sciarpe e sotto le giacche leggere. Le parole si perdono nelle folate improvvise e devono essere ripetute, ci si deve accostare alle orecchie, i capelli che si mescolano, pieni di riflessi improvvisi, bocche che sfiorano le guance.
Salutano la coppia di amici con cui hanno condiviso il pranzo in riva al mare e si stringono più vicini. Adesso che il mezzogiorno è passato e il sole si nasconde dietro le case più alte, l’aria si è fatta pungente. Girano un angolo e una raffica di vento li investe in pieno, lei lancia un grido di sorpresa, un po’ divertita, un po’ intirizzita, mentre i capelli le danzano davanti agli occhi. Lui allunga il passo, stringe le chiavi fredde dentro la tasca. Arrivano finalmente sulla soglia di casa, lei saltella sui gradini mentre lui armeggia con le chiavi, ha le dita così gelate che i suoi gesti sono impacciati. Finalmente il portoncino si apre e lei scatta lungo la rampa di scale che li separa dalla porta del loro appartamento, altro armeggiare con le chiavi di casa, stessa impazienza.
Sono dentro, finalmente, ma la casa non li accoglie con il solito tepore, il riscaldamento è spento, una finestra è rimasta aperta su quello che era il sole del mattino e lei si precipita a chiuderla. Torna da lui battendo i piedi. Non è poi così freddo, è più il contrasto tra la mattinata estiva e quel pomeriggio quasi autunnale, con il vento freddo e le ombre lunghe. Lui la stringe a sé, le friziona il corpo con le mani per scaldarla, lei si rifugia in quello spazio che sa di lui, tra il petto e il viso. Restano un istante fermi così, l’una nelle braccia dell’altro.
Poi le loro bocche si cercano spontaneamente, si uniscono in un lungo bacio e lei allarga le braccia che teneva ripiegate per prendere il suo viso tra le mani. Lui infila le dita ancora fredde (lei rabbrividisce) sotto la sua maglietta leggera, dentro i suoi jeans attillati, le preme contro le rotondità morbide e calde del suo sedere, la tiene ferma mentre si spinge contro di lei.
‘È troppo freddo per spogliarsi’ sussurra lei, come se qualcuno potesse sentirli.
Lui fa un mugolio di assenso mentre le toglie il giubbotto di pelle, le solleva la maglia, le slaccia il reggiseno. In meno di un minuto lei è nuda, con addosso solo i jeans. Lui gioca con i suoi seni, mentre il respiro di lei si fa più irregolare.
Lei respinge i suoi attacchi e comincia a spogliarlo, ridono, finché finalmente anche lui è nudo, con solo i pantaloni addosso. Si stringono di nuovo, i corpi caldi, le dita fredde, le bocche affamate.
Presto sarà estate e sarà troppo caldo perfino per amarsi. Ma oggi è primavera.