Rough sex: quando il sesso è bello duro

Approvato dagli specialisti

 

 

Questo articolo è stato realizzato con il contributo della dott.ssa Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa, esperta in educazione sessuale.

Ti è mai capitato di trovarti a letto con un uomo e desiderare ardentemente che quest’uomo, invece di comportarsi da perfetto gentleman, si trasformasse improvvisamente nel rude marinaio di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto e iniziasse a prenderti, magari non a schiaffi, ma sicuramente a sculacciate?

Tranquilla, non sei autolesionista e puoi continuare a batterti per la parità dei diritti tra uomini e donne. Semplicemente, ti piace il sesso duro.

Rough sex: che cos’è (e cosa non è)

È un modo di fare sesso ‘violento’. Il che significa che non si predilige l’aspetto romantico, ‘tantrico‘ del sesso e delle sensazioni, ma piuttosto quello passionale, istintivo, animalesco. Può limitarsi a un rapporto particolarmente intenso per ritmo e contatto, ma può comprendere azioni che, in altri contesti, sono considerate violente, come schiaffeggiare, sculacciare, tirare i capelli, mordere, imporre rapporti anali ad un uomo etero… ed essere accompagnato da un linguaggio esplicito e offensivo.

Non è: BDSM. In quanto il rough sex, o sesso duro (rough = ruvido, rude) è, appunto, sesso. Ovvero c’è un rapporto fisico in atto. Viceversa, molto spesso le pratiche BDSM si limitano a procurare piacere attraverso una stimolazione mentale e sensoriale che può anche non comprendere affatto il sesso.

Come si fa

Pensa a quando fai sesso, alle azioni che compi di solito: baci? Accarezzi? Cerchi di suscitare piacere nel partner? Il sesso duro è una specie di estremizzazione di tutto ciò. I baci si trasformano in morsi, le carezze in graffi, in schiaffi, in sculacciate… quanto alla ricerca del piacere del partner, passa per un percorso, diciamo, più egoista, nel quale metti in primo piano il tuo piacere (ma stai tranquilla, quello del partner seguirà).

Va da sé che il sesso duro si fa in due e che non necessariamente è l’uomo il partner dominante, anche se, in percentuale, sono sicuramente più le coppie in cui è la donna a desiderare di essere sottomessa. E questo, ovviamente, ha a che fare con stereotipi ancestrali che, non a caso, identificano quello maschile con il sesso ‘forte’. Ed è proprio di questi stereotipi che sei alla ricerca quando vuoi un po’ di sano sesso duro. Non vuoi le sfumature, le delizie del sesso tantrico, i movimenti lenti e ricercati. Sei in cerca di una situazione primordiale, di un uomo cacciatore che faccia di te la sua preda sessuale.

L’importanza della comunicazione: la richiesta

Secoli di lotta femminista hanno creato uno strano paradosso: la donna, a volte, non si sente libera di chiedere all’uomo di fare quello che, in altri contesti, considererebbe una grave azione. Viceversa, molti uomini sono semplicemente terrorizzati all’idea di essere fraintesi e si sentono colpevoli delle proprie pulsioni.

Il migliore compromesso passa per una buona comunicazione. Che non deve essere necessariamente una disamina sul rough sex come quella che stiamo facendo qua. Basta procedere per tentativi.

La comunicazione verbale: il modo più semplice e diretto di chiedere al partner di essere rude con te è, per l’appunto, chiederglielo. Se tu e lui coltivate l’arte della sana comunicazione di coppia, se non avete paura di essere fraintesi, se vi conoscete da tempo e vi trovate a vostro agio nel condividere anche le fantasie più inconfessabili… beati voi! Parlatene e provateci, e se la comunicazione tra voi è così efficiente, sarete sicuramente in grado di aggiustare il tiro al momento opportuno.

I giochi di ruolo: se, viceversa, la comunicazione non è il tuo forte, se non lo conosci da abbastanza tempo per avere con lui un’apertura totale, un modo per introdurre il rough sex può essere attraverso i giochi di ruolo. Immaginatevi nel ruolo dello studente svogliato alle prese con la professoressa severa, del poliziotto e della detenuta… cercate le situazioni che presuppongo un rapporto di dominazione/sottomissione o un pericolo e il rough sex verrà un po’ di conseguenza. A volte può bastare un semplice indumento per calarvi in un’altra realtà.

Gli accessori (sensuali): esattamente come un singolo indumento, anche un solo oggetto può trasformare completamente l’atmosfera in camera da letto.
Non hai il coraggio di dirle che sogni di sculacciarla? Falle recapitare un pacco anonimo con dentro una frusta.
Vuoi essere trattata come una schiava? Presentati con un paio di manette.  Anche in questo caso, dovreste virare abbastanza naturalmente verso il lato più ruvido del sesso.

Dirty talk: non avete accessori di nessun tipo con voi, ma tu hai ugualmente voglia di essere maltrattata un po’ sotto le lenzuola? Prova a sussurrargli qualche parola hot nell’orecchio. Se anche lui è dell’avviso, non dovrebbe metterci molto a capire l’antifona.

L’importanza della comunicazione: il consenso

È ovvio (ma è sempre bene puntualizzare l’ovvio quando si tratta di questi argomenti) che la sottile linea che separa il sesso violento dalla violenza nel sesso è il consenso. Entrambi i partner devono essere consensuali nel calarsi nei ruoli di vittima e carnefice e devono essere pronti a sospendere qualsiasi attività nel momento in cui questo consenso dovesse venire a mancare.

Se hai a che fare con un(a) partner che non conosci abbastanza, con il(la) quale la comunicazione non è rodata dalla reciproca frequentazione, può essere una buona idea prendere in prestito dal BDSM la pratica delle safe word. Una parola che stabilite in anticipo e che vi porta immediatamente al di fuori delle convenzioni del gioco (dove, a volte, potrebbe essere eccitante chiedere di smettere al partner e non essere ascoltati).

Sesso duro e femminismo: un problema mal posto

Molte donne si interrogano sulla ‘legittimità’ delle proprie fantasie. Soprattutto se queste fantasie contrastano platealmente con le proprie convinzioni personali che indicheremo, con un termine che forse non è del tutto adeguato, ‘femministe’. Queste donne si domandano: come faccio a chiedere al mio uomo di tirarmi una sberla a letto, se, nel caso in cui lo facesse nella vita normale, lo denuncerei? Non sono fuorviante? Ma soprattutto, perché mi piace calarmi nei più beceri stereotipi di genere quando poi, nella vita quotidiana, mi batto per eliminarli?

Semplice, perché la realtà e la fantasia sono due cose molto diverse. Avere un desiderio o una fantasia sessuale non ha nulla a che fare con quanto può piacerci nella “realtà”. Un esempio su tutti, anzi due: molti uomini possono avere fantasie omosessuali, ma non per questo lo sono. Allo stesso modo, una donna può trovare eccitante la fantasia di essere presa contro la sua volontà, che non ha nulla a che fare con il desiderio di essere stuprata.

Il sesso è uno scambio che può, a volte, trasformarsi in un gioco con delle proprie regole. E che, come tutti i giochi, ha il potere di portarti, per uno spazio di tempo limitato, in una realtà altra, che puoi trasformare in quello che vuoi e all’interno della quale puoi trasformarti in quello che vuoi, anche una donna sottomessa ad un uomo bruto. Che non significa assolutamente che tu sia una donna sottomessa. E tantomeno che il tuo uomo sia un bruto.

È l’incredibile seduzione del gioco che ci fa vivere, per alcuni istanti o alcune ore, una realtà che non ci appartiene. E che, a volte, neanche vorremmo.