I raffinati racconti dedicati all’erotismo saffico di Thais Duthie sono così amati nel nostro blog in lingua spagnola, che abbiamo deciso di adattarne alcuni anche per i lettori italiani.
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La stanza era immerse nel silenzio, salvo per il respiro affannato di Edith. La ragazza era intenta a sistemarsi le giarrettiere del reggicalze che dovevano essere perfettamente dritte e a posto. Altrimenti madame De Valois, anche nota come ’arcinemica francese’, se ne sarebbe accorta immediatamente.
Era un problema anche se una calza si smagliava o se la sua consistenza era troppo coprente perché, come madame De Valois amava ripetere, ‘ballare il cabaret senza il vestito adeguato, equivale a ballare una danza qualsiasi’.
E i clienti pagavano per vedere le ragazze, ben vestite, ballare il cabaret.
Edith diede un ultimo tocco al maquillage, disegnò il contorno delle labbra e si dipinse le ciglia di quell’azzurro scuro che si intonava al suo abbigliamento. Si inerpicò sui tacchi e, dopo aver dato un’ultima occhiata allo specchio, aprì la porta con l’intenzione di scendere di sotto.
Ma quando ebbe aperto la porta, si trovò di fronte il viso profondo di Alma.
‘Che fai qui?’ Chiese Edith.
Non sembrava sorpresa o infastidita dalla presenza della ragazza. Indossava un ampio vestito verde, con sopra uno scialle dal quale si intravedeva appena un po’ di pelle.
Il compito di Alma era di preparare le ballerine del cabaret, allacciando e slacciando i loro corsetti, ma rimaneva una persona piuttosto riservata.
‘Posso entrare?’ Chiese in un sussurro quasi impercettibile.
‘Certo, come in.’ Rispose l’inglese.
Chiuse la porta a chiave dietro di sé, non appena entrò nella stanza. E dal sorriso che aleggiava sulle sue labbra mentre lo faceva sembrava che sapesse già quello che stava per succedere. Altrimenti perché chiudere la porta a chiave?
‘Ho pensato a quello che è successo l’altro giorno.’ Mormorò Alma, con lo sguardo fisso al suolo.
‘Per quanto mi riguarda, non cambia nulla tra di noi.’ Aggiunse, timida.
‘Guardami.’ Disse Edith.
Gli occhi azzurri di Alma si alzarono a incontrare quelli verdi di Edith. Era evidente che Alma, più giovane e inesperta, era in imbarazzo e non sapeva bene cosa fare. Edith le prese la mano e le accarezzò il dorso con la punta delle dita.
‘Mi devi dire cosa usi per mantenere le mani così morbide…’
Edith stampò un piccolo bacio sul polso di Alma e la attirò a sé, finché non si trovarono a pochi centimetri di distanza, l’una dall’altra. Azzurro e verde tornarono a incrociarsi, mentre una familiare sensazione di calore invadeva i loro corpi. Le labbra esperte di Edith cominciarono a percorrere la pelle bianca, quasi di porcellana, di Alma. Le sue mani le circondarono i fianchi, scendendo molto lentamente fino a fermarsi sul sedere.
Il rossore di Alma era così evidente che fece affiorare un sorriso sulle labbra di Edith.
‘È molto tempo che un uomo non ti tocca così?’
‘Nessuno mi ha mai toccata così, né uomo, né donna’ Rispose Alma.
Udire quelle parole eccitò enormemente Edith. Prese il viso della giovane tra le mani e accarezzò le sue labbra soavi con le proprie. Le diede un piccolo morso sul labbro inferiore e sentì un brivido percorrere il suo corpo giovane.
‘Ti piace?’ Le domandò ‘Non è detto.’ Aggiunse
‘Molto’ Rispose Alma quasi balbettando.
Allora Edith si abbassò a nascondere il viso nella curva del suo collo, a leccare e mordere quella zona tanto sensibile. Poi la spinse sul letto. Si allungò sopra di lei, con una gamba tra quelle della giovane.
‘Prima che arrivassi ho fatto un po’ di ricerche. Ho fatto un esperimento su me stessa.’ Spiegò lasciando scivolare una mano sulle cosce quasi nude di Alma, per poi esercitare una piccola pressione nella sua intimità.
‘Sono arrivata alla conclusione che se ti tocco qui sentirai un certo calore’
Il gemito della più giovane invase la stanza. Imbarazzata per non aver saputo controllare la propria reazione, Alma si avvicinò per soffocare le espressioni di piacere baciando l’altra. Imitò i movimenti di Edith, accarezzandole le cosce a sua volta. In quel momento non riusciva a pensare ad altro che a lei: la amava e la desiderava come non aveva mai desiderato nessuno. Cercò la sua bocca fino a sentire il suo calore e il suo respiro e il suo sorriso sopra le labbra di Edith.
‘Cosa c’è?’ Le chiese Edith con un sorriso, cercando di non muoversi troppo.
‘Hai le giarrettiere messe male’ Disse ridendo
‘Perché le dovrei mettere bene, se poi tanto tu me le togli subito?’
E, così detto, prese la mano di Alma e la collocò sopra la chiusura della prima giarrettiera. La giovane la sganciò con destrezza, dirigendosi rapidamente a quella nella parte posteriore della coscia.
‘Voglio che mi spogli. E che mi dai piacere, almeno una volta…’ Le chiese Edith, con un tono vicino alla supplica.
Le mani di Alma sganciarono sapienti tutte le giarrettiere e si diressero ai lacci del corsetto. Baciava, leccava e mordeva ciascuna porzione di pelle che portava allo scoperto, non senza una certa timidezza. Edith rovesciò la testa all’indietro, abbandonandosi al piacere.
Le carezze di Alma la infuocavano, ma ancor di più la eccitava il pensiero che si stava realizzando la scena che si era immaginata tante volte.
‘Adesso capisco perché alcuni uomini strappano i lacci. Mi sta costando molto non farlo.’
Disse Alma, anche se Edith non ci fece caso. Era troppo occupata a cercare le labbra dell’altra.
Finalmente ricominciarono a intrecciarsi, ma questa volta con il solo obiettivo del piacere. e il desiderio di toccarsi senza freni. L’abilità di Alma nell’armeggiare con il corsetto aveva molto a che fare con il suo incarico nel cabaret, che era quello di preparare le ragazze in modo che apparissero perfette sul palco.
Quando finalmente si liberò dell’ultimo pezzo di stoffa e portò i seni di Edith allo scoperto, fu come essere dentro uno spettacolo di music hall con il sipario che si apre completamente. Alma la baciò ardentemente mentre si liberava a sua volta del suo vestito.
‘Wow… mi hai tolto il corpetto perfino più rapidamente di quando usciamo di scena.’ Sussurrò Edith prima di abbandonarsi a una risata.
Edith separò le gambe, quasi per riflesso, lasciando che l’altra si facesse largo tra di esse e immergesse due dita nella sua intimità. Poi, sorpresa dal gesto ardito di Alma, fece altrettanto, provocandole un piccolo grido. Entrambe cominciarono a muovere le dita, l’una dentro l’altra, esplorando quella parte sconosciuta per capire dove si nascondessero quei brividi che sentivano nel profondo del proprio sesso. Si muovevano specularmente: i movimenti che faceva Edith li ripeteva Alma, lasciandosi guidare dal ritmo esperto della ballerina.
Erano sempre più vicine all’orgasmo. Per prima fu Edith che ruppe il silenzio, con un forte gemito. Continuò a muovere le dita, sempre più rapidamente e in profondità, finché anche Alma venne travolta dall’arrivo del piacere. Poi si calmarono, i loro respiri si acquietarono e restarono così, abbracciate, con le dita bagnate dei loro umori.
Edith iniziò a baciare le spalle dolci di Alma, le sue clavicole, lasciando una traccia umida dietro i suoi baci. Si avvicinò al suo orecchio, baciò anche quello e disse:
‘Vuoi ancora che non cambia nulla tra di noi, signorina De Valois?’.