Altre due storie brevi di Rafa de la Rosa dedicate all’universo gay. Puoi leggerle in originale, insieme a molte altre, cliccando qui.
Racconti erotici gay – Non servono parole
Niente parole, niente gemiti. Niente suppliche. Questo è l’accordo.
Ti spingo sul letto, sei alla mia mercé. I tuoi occhi brillano con un’aspettativa crescente quando stringo le manette intorno ai tuoi polsi e rimani con le braccia sopra la testa, attaccato alla testiera.
Vorresti parlare, ma chiudo le tue labbra con un bacio. Nessuna parola, nessuna richiesta, nessuna supplica. Sorridi e sorrido con te, sappiamo tutti e due quanto ci piace questo gioco. Ti copro gli occhi con una benda nera e le tue labbra cercano di raggiungermi anche nell’oscurità, guidate dal mio odore.
Mi metto in ginocchio davanti a te per farti avere la mia erezione, farti leccare e succhiare. Ma poi mi allontano e lo so che ti lascio voglioso. Non importa, presto vorrai qualcos’altro.
Rovisto sul tavolo finché non trovo il masturbatore, la coppa trasparente che mi permette di vedere perfettamente come il tuo sesso si gonfia e cresce, come si indurisce quando ti ecciti. Lo cospargo di lubrificante, lo inserisco nel masturbatore, e la tua schiena si inarca.
Reprimi un gemito, perché abbiamo detto niente parole, niente gemiti. Niente suppliche.
Ti mordi le labbra mentre accarezzo, sempre più veloce, il tuo sesso eretto. Lo sento palpitare, indurirsi a ogni movimento. Accelero il ritmo del polso per farti piacere in silenzio, per vedere quello che voglio.
Vuoi godere e gridare allo stesso tempo, ma premo il tuo pene per trattenerti, mordo le tue labbra per ricordarti… Niente parole, niente gemiti. Niente suppliche.
E poi ti lascio libero di esplodere. E allora capisci perché non servono parole, né gemiti, né suppliche.
Racconti erotici gay – Come per magia
Il tuo respiro nell’orecchio mi fa rabbrividire, come per magia.
Guardo i tuoi occhi, luminosi e ambrati nello specchio davanti al letto, e mi restituisci uno sguardo affamato. I tuoi denti si conficcano nel mio collo e io gemo senza trattenermi. Le mie mani ti cercano e intreccio le dita tra i tuoi capelli nerissimi, vieni verso di me, scavando quel bacio che imprime un fiore di fuoco vicino alla mia clavicola, il primo ingrediente della pozione magica che creiamo.
Mi premi con la mano sulla nuca e obbedisco alla tua richiesta silenziosa. Mi chino in avanti e inarco la schiena, l’aiutante perfetto per i tuoi giochi di prestigio. Le tue labbra disegnano rune sulla mia schiena e formuli incantesimi con la tua lingua. Guardo nello specchio sul soffitto e vedo lì le nostre immagini, io incantato tra le lenzuola e tu in ginocchio di fianco a me.
Inarco ancora di più la schiena, esponendomi e vedo nel riflesso che ti chini di fianco a me. Afferri gli elastici dei miei slip e esponi le mie natiche, e continui l’incantesimo con la lingua tra di loro. La magia del tuo respiro mi fa rabbrividire e questo ti incoraggia a seguire il rituale: saliva, gel, un dito … due.
I tuoi occhi sono fissi sui miei, nel mio riflesso in quel mondo di cristallo che ci aiuta a indovinare i nostri movimenti come se fossero premonizioni oniriche. Formulo le parole magiche, la richiesta finale in cui culmina il rituale: “Scopami”, ma tu l’hai già anticipata.
Nelle tue mani brilla il dildo. Elegante e nero, come i miei slip, come le lenzuola e come i tuoi ricci. Trattengo il respiro, in attesa dell’ultimo prestigio.
Mi penetri con dolcezza e determinazione. I tuoi occhi ipnotizzano i miei, il dildo conficcato tra le mie natiche. Mi inarco quando sento la magia attraversare la mia schiena e stringo le mani tra le lenzuola, perché il piacere mi fa perdere il controllo. Gemo e urlo. E tu sussurri il mio nome …
È la chiave per porre fine all’incantesimo. Le tue labbra sigillano l’accordo, la scarica elettrica della magia di pelle fa pulsare la mia erezione. “Tre, due, uno.” L’incantesimo svanisce e l’aria sfugge dalle mie labbra con un ultimo sospiro. Apro gli occhi per scoprire il mare bianco sulle lenzuola nere.