L’articolo che segue è stato realizzato con il contributo del dott. Matteo Radavelli, psicologo e psicoterapeuta, specializzato in problemi relazionali, terapia di coppia e difficoltà sessuali.
Ci sono due tipologie di credenze che riguardano la masturbazione ‘sbagliata’, declinate rispettivamente al femminile e al maschile. Per le donne, è dura a morire la convinzione che se usi molto spesso un vibratore tu debba poi pagare il prezzo del piacere provato con una diminuita sensibilità delle tue parti intime. Permanente, irreversibile.
La versione maschile di questa credenza è quel fenomeno che in inglese viene definito ‘death grip’ (che per fortuna non ha un corrispettivo in italiano) che consisterebbe sempre in una diminuita sensibilità dei genitali a causa di una presa eccessivamente forte o di un’azione troppo energica durante il sesso in solitaria.
La masturbazione troppo forte
Iniziamo col rassicurarti subito: ci sono delle cose nella vita che sono belle e sono gratuite e sono infinite: il tuo piacere è una di queste. E no, non esiste, ad oggi, alcuno studio che dimostri che un uso, attenzione, appropriato del vibratore sia connesso a danni o desensibilizzazione permanente delle terminazioni nervose che affollano il tuo clitoride. E nemmeno che la ‘presa mortale’, da sola, porti l’uomo all’infelicità.
Menopausa e piacere
La credenza sopra esposta, quella che l’uso prolungato e ‘eccessivo’ di strumenti del piacere possa provocare dei danni è avallata, in alcuni casi, dal fatto che alcune donne effettivamente sperimentano, col passare del tempo, una diminuita risposta allo stimolo sessuale.
In realtà questa diminuita sensibilità è legata all’età e soprattutto alla menopausa: alcune donne, non tutte, possono avere bisogno di una stimolazione più vigorosa, poiché i cambiamenti ormonali legati alla menopausa comportano una ridotta risposta sessuale. Ma questo non ha niente a che fare con l’uso o meno dei vibratori e degli oggetti per il piacere in generale. O con quante volte al giorno o al mese ti masturbi.
Assetata di potenza
Sei una donna assetata di potenza, ami la stimolazione vigorosa, le sensazioni forti? Rilassati. Il tuo clitoride potrà avere bisogno di un periodo di risposo per riprendersi dalla maratona alla quale lo hai sottoposto, esattamente come il tuo fondoschiena dopo una seduta particolarmente intensa di spinning. Ma ricorda che il tuo clitoride ha più di 7000 terminazioni nervose, ricevere stimolazione è la sua ragion d’essere, quindi vai tranquilla. E datti da fare. 😉
O delicata con le tue parti delicate?
Se, tuttavia, la preoccupazione non ti abbandona, se non sai bene quando ‘tanto’ diventa ‘troppo’, ecco una serie di semplici regole da seguire per far sì che una sessione di piacere in solitaria non ti lasci con la sensazione di aver partecipato a un rodeo.
1. Prenditi il tuo tempo
Non cercare l’orgasmo immediato. Comincia a usare il tuo vibratore alla velocità più bassa possibile, senza premerlo eccessivamente contro il corpo (una delle cause principali della momentanea perdita di sensibilità) e procedi con calma ad aumentare l’intensità, fino a raggiungere quella che ti appaga di più. Questa lenta ascesa ti darà il tempo necessario per raggiungere uno stato di piena eccitazione ed è molto più probabile che, in questo modo, tu ti fermi ad una intensità più bassa.
2. Usa un lubrificante a base d’acqua
Questo ti permette di ridurre al minimo il livello di frizione applicata ai tuoi genitali durante la masturbazione, cosa che, ovviamente, si traduce in minore probabilità di irritazione.
3. Prenditi una pausa
Se senti che la stimolazione è eccessiva, interrompiti un momento e concentra la tua attenzione altrove. Permetti al tuo clitoride di riprendersi un attimo. Mai sentito parlare di edging, la pratica sessuale che consiste nell’arrivare (o portare il partner) sull’orlo dell’orgasmo per poi interrompersi e ricominciare daccapo? E provare un orgasmo ancora più esplosivo?
In conclusione
Anche se non seguirai questi piccoli accorgimenti, non ti preoccupare: il tuo clitoride continuerà a funzionare normalmente e a riprendersi da ogni sessione particolarmente intensa alla quale lo sottoporrai. L’importante è che tu conosca il tuo corpo e tratti il tuo vibratore con cura, mantenendolo sempre al massimo dell’efficienza (e della pulizia!).
La stretta mortale (‘death grip’)
Per prima cosa diciamo che questo problema non ha un riscontro scientifico, ovvero non esistono nella letteratura medica casi di uomini che, a causa esclusivamente di un modo ‘sbagliato’ di masturbarsi, sono diventati incapaci di provare piacere. È vero però che esistono alcuni uomini che si masturbano con una stretta così forte (la ‘death grip’ di cui sopra) o con un rituale così codificato (sempre nello stesso posto/con lo stesso accessorio) che poi diventa estremamente difficile per loro raggiungere l’orgasmo in un modo diverso.
Alle origini della ‘death grip’
In merito alle persone che vivono questo problema ci può essere una storia alle spalle di intensa masturbazione, aspetto che può portare a una forma di dipendenza da queste sensazioni forti, non replicabili in altro modo (ad esempio con i rapporti orali).
Per cercare di superare questa modalità di masturbazione, è utile innanzitutto valutare ed escludere, con il medico di riferimento, se ci sono fattori biochimici in gioco, come carenze ormonali che alimentano il bisogno di compensare “praticamente”. Successivamente e contemporaneamente è necessario approfondire le motivazioni psicologiche alla base di questo comportamento: da dove origina questa modalità di masturbazione? A che bisogni risponde? È bene tenere a mente che potrebbe avere anche un significato relazionale da approfondire poiché a livello simbolico e pratico significa non riuscire a creare connessione con un(a) partner, non darsi la possibilità di creare una connessione intima con un’altra persona.
E come superarla
Durante l’approfondimento psicoterapeutico e medico ci può essere la possibilità di provare a ristrutturare la modalità di provare piacere attraverso un periodo di pausa e ricostruzione.
Può essere importante cambiare il modo di stimolarsi, provare ad accarezzarsi in maniera meno intensa o, semplicemente, diversa. Un consiglio peraltro, che può applicarsi a tutti noi: imparare a provare piacere in modi diversi (guardare un film porno, ma leggere anche un racconto erotico, provare a stimolarsi con la mano, ma anche con un sex toy) ci permette di sviluppare la nostra sessualità a tutto tondo, come un palato che diventa via via in grado di apprezzare diversi gusti, e di ampliare le nostre occasioni di godimento.
In conclusione
È importante sottolineare come, per cambiare un modo di masturbarsi che si percepisce come sbagliato e che, soprattutto, ci impedisce di godere appieno delle varie possibilità che abbiamo di provare piacere, è fondamentale un approccio su più fronti perché, a volte, potrebbe essere la spia di un malessere di natura più profonda.
Per questo, non esitare a chiedere l’aiuto di uno(a) specialista quando l’atto di procurarti piacere non è più… piacevole.
Leggi anche: La dipendenza da porno: cos’è, come si manifesta e come si affronta