Peccati di gola – Racconto erotico

Dopo ‘Proibito toccare‘ proseguono gli incontri ad alto tasso erotico tra la nostra eroina e il suo ‘bel dottorino’, puntualmente seguiti da un dettagliato resoconto all’amica del cuore. Un’altra storia sensualmente divertente di The Sexplorer.

«Dai, proviamo questa nuova pasticceria…»
«Quando la smetterai di coinvolgermi in questi tête-à-tête ipercalorici? Ti pare normale che io debba ascoltare le tue storie erotiche mentre fagociti una Saint Honoré o una Milllefoglie? »

«Intanto io non “fagocito”, semmai assaporo, degusto, esploro nuove frontiere culinarie. E poi mi hanno detto che qui preparano una Sacher insuperabile…»
«Uh, quanto sei upper class! Un aperitivo allo skybar, no?»
«Uh, quanto sei cliché… Hai mai provato il brivido di uscire una volta tanto dagli schemi?».
«Beh, quello lo lascio al tuo bel dottorino, piuttosto…».
«Ed è proprio grazie a lui che “continua a esserci vita su questo pianeta”!».
«Mi stai dicendo che il rinomato psichiatra questa storia con te la sta prendendo sul serio? »
«Diciamo che si è creato un certo feeling»
«Capisco, sei il nuovo “caso umano” che sta studiando»
«La tua sensibilità, a volte, è davvero commovente»
«E non oso immaginare a quale ennesimo supplizio tu abbia potuto sottoporre quel pover’uomo!».
«Nulla di inaffrontabile, tranquilla. Tre giorni fa era in partenza per Berlino e così, la mattina presto, ho pensato di passare dal suo studio per offrirgli “la colazione”».
«Gentile da parte tua».
«Sono arrivata dieci minuti prima che lo venissero a prendere per l’aeroporto. Quando mi ha aperto la porta è rimasto piacevolmente sorpreso! Ci siamo baciati con passione, poi l’ho guardato negli occhi e gli ho detto che ero “molto affamata” e che gli davo cinque minuti per “saziarmi” a dovere».
«Non ti ha risposto che in quel preciso momento, in quella precisa situazione eri forse un tantino “inopportuna”?».

«Niente affatto! Prima mi ha lanciato un’occhiata fra l’imbarazzato e l’eccitato, poi ha sfoggiato il suo solito affascinante sorriso e mi ha sfilato il trench. Ha messo le mani sui miei fianchi, sollevato il tubino nero di pelle, verificato che fossi senza mutandine e…»
«… si è slacciato la cintura dei pantaloni».
«Indovina? Ce l’aveva già duro! Mi ha sollevata per le cosce, infilandomi la lingua in bocca. Poi mi ha spinta con la schiena contro la parete e lì ha iniziato a penetrarmi con un vigore pazzesco!».
«Eccezionale…».
«Del resto, quando c’è il contesto giusto l’eros si scatena…»
«Intendevo, eccezionale questa Sacher. Avevi proprio ragione!»

«…».
«Scusa, dicevi? Ah, sì! Lui ti prende e ti scopa contro il muro. E quanto ci hai messo a venirtene? Due, tre minuti?».
«Considerato che ero già notevolmente eccitata anche meno!»
«Figo»
«Poi molla la presa e questa volta sono io a spingerlo contro la parete. Mi inginocchio e glielo prendo in bocca: ce l’ha durissimo, bollente, un’eccitazione pazzesca! Penso: “Ma davvero gli faccio questo effetto”? Inizio a succhiarlo avanti e indietro, avanti e indietro, prima con delicatezza poi con sempre maggiore intensità. Lo percepisco sempre più gonfio, pronto, allora mi interrompo. Le pareti della mia bocca iniziano a stringere, muovo la lingua vorticosamente attorno al prepuzio e lui mi afferra i capelli. Con la mano spinge in avanti la testa, finché l’onda del suo piacere mi esplode fra le labbra… È la prima volta che glielo succhio, lo assaporo un po’, prima di ingoiare tutto avidamente. Poi, sollevo gli occhi verso di lui, mi sta guardando con appassionata eccitazione. Accenna un dolce sorriso e mi dice “Oggi toccava a me offrire la colazione…”».

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«Wow, hai mai pensato di smettere di fare la cacciatrice di teste e iniziare una carriera da sceneggiatrice porno? Secondo me hai un talento naturale!».
«… Il giorno dopo mi ha mandato al lavoro un’orchidea. Un’orchidea, capisci? Il fiore più prezioso, simbolo di fecondità, armonia, perfezione spirituale. E in mezzo c’era un bigliettino:“Grazie” ».
«Sbaglio o sei particolarmente coinvolta? ».
«Lo sai cosa scriveva Charles Bukowski, no? “La testa bisogna essere in due a perderla. Altrimenti diventa un’esecuzione.”»

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