Mi fisso nel grande specchio a parete dell’aula e trattengo il fiato. Lei è dietro di me, vicinissima senza toccarmi. Mi prende un braccio, con un movimento flessuoso e continuo e me lo solleva, alla Dirty Dancing. Resto immobile, con il braccio alzato mentre lei me lo percorre scatenandomi piccolo brividi in tutto il corpo. La musica parte e partiamo anche noi.

Venti minuti dopo siamo esauste, sudate e felici.

‘Direi che ci siamo.’ Mi dice, e un sorriso le allarga il viso pieno di lentiggini. Il passo a due che abbiamo in programma per il saggio è finalmente pronto.

‘Adesso bisogna vedere se Christian sarà alla tua altezza.’ Dice lei con un altro sorriso, alludendo al mio vero partner che oggi non è potuto venire alle prove.

‘Ma penso di sì.’

‘Penso anch’io.’

Ora che la musica è finita, un lieve imbarazzo cala tra di noi. È la prima volta che ci troviamo da sole, nella grande aula circondata da specchi, dove ho passato un anno intero a osservare il suo corpo: la grazia dei suoi movimenti, la sua agilità, la sensualità che infonde a qualsiasi movimento.

Ad ascoltare il suono della sua voce: ora alto e ritmato, ora sinuoso come i suoi passi.

Mi sono emozionata ogni volta che si è avvicinata a me e il profumo dolce della sua pelle ha raggiunto le mie narici.

‘Vuoi provarlo un’altra volta?’ Mi domanda

‘Magari.’

Lei fa un cenno con la testa e si avvicina allo stereo per programmare la musica.

Poi torna lentamente verso di me, mi circonda la vita con un braccio e si mette in attesa. Io non riesco a trattenere un brivido di sorpresa e piacere: quell’abbraccio non è nella coreografia. Lei parte con i passi conosciuti, parte anche la musica, e cominciamo la nostra coreografia, ma qui e là la sua mano indugia sul mio corpo più del previsto, le sue dita intercettano i miei seni, la sua bocca sfiora la mia pelle.

All’inizio non so cosa pensare, immagino che sia un caso, una coincidenza ma, mentre ripeto in automatico i movimenti, la mia mente è ancora più attiva del mio corpo. Possibile davvero che sia un caso? Che una persona come lei possa fare un gesto che non sia perfettamente calcolato, calibrato dalla sua origine al suo compimento?

Provo a lasciarmi andare e la mia mano sfiora la sua, come non dovrebbe. Lei non mi corregge e io ci riprovo ancora. Ben presto il nostro passo a due si trasforma in una danza di corteggiamento, dove ogni gesto può essere frainteso in un gesto d’amore. Finiamo il pezzo, ansanti come sempre, ma un po’ di più.

Quando la musica finisce, l’imbarazzo ritorna tra noi. Ci scambiamo qualche commento insulso e temo che tutto possa finire lì. Prendo il coraggio a due mani:

‘Ti va di provarlo un’ultima volta?’ Le chiedo esitante. Lei non mi risponde, ma si dirige verso lo stereo. Quando torna verso di me, e ci fissiamo entrambi nello specchio, i nostri occhi sono scintillanti.

La musica parte, mi solleva il braccio come da copione, ma non appena mi giro verso di lei le nostre bocche si trovano senza cercarsi. Mi sciolgo dentro al suo abbraccio, mentre sento il suo corpo premere contro il mio.

Il nostro bacio si fa ancora più profondo e le nostre mani iniziano a percorrere i corpi sudati.

‘Non abbiamo molto tempo.’ Mi sussurra lei all’orecchio, facendomi rabbrividire ancora. Quando la musica sarà finita, anche il tempo a nostra disposizione sarà finito e una nuova lezione occuperà l’aula.

Come rispondendo allo stesso pensiero, scivoliamo entrambe fino a terra. Io indosso un paio di leggings con una maglietta e ben presto le sue mani mi percorrono il corpo, pelle su pelle, ma lei ha un body con tanto di calze e scoprirla significherebbe spogliarla completamente. Infilo una mano sotto l’orlo del suo body e sento il suo sesso caldo e pulsante. C’è ancora uno strato di calze e, presumibilmente, di biancheria a separarci ma il suo respiro affannato mi fa capire che possiamo farcela anche così.

Inizio a muovere le dita febbrili sopra il suo sesso, mentre lei fa altrettanto, ma sulla mia pelle nuda. Conosciamo la musica a memoria, e sappiamo esattamente quanto tempo abbiamo ancora a disposizione. I nostri gesti si fanno più urgenti, i nostri respiri più affannati, le sue dita mi penetrano in profondità, mentre sento le mie bruciare a contatto con il velo sintetico delle sue calze. L’orgasmo ci travolge a pochi minuti dalla fine, a breve distanza l’una dall’altra.

Quando gli allievi della classe successiva ci trovano ansanti e abbracciate, pensano che sia tutto parte della coreografia, ma io non posso fare a meno di sentire l’odore di sesso che aleggia nell’aria.