Dopo gli anni che abbiamo vissuto, sappiamo tutti che cos’è l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Quello che probabilmente non sapevamo è che per lungo tempo l’OMS ha elencato l’omosessualità tra le malattie mentali. Precisamente fino al 1990. Sì, milleNOVECENTOnovanta.
Per celebrare il momento in cui l’omosessualità è stata definita un orientamento sessuale e non più una malattia mentale, è nata, a distanza di quattordici anni, e precisamente nel 2004, la Giornata internazionale contro l’omofobia che si celebra il 17 maggio e che, nel corso degli anni, si è evoluta in Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.
Omo, bi e transessualità e Covid
Come sottolineato dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet, l’epidemia di Covid ha creato un’ulteriore frattura tra le persone omo, bi e transessuali che, solitamente vittime di bullismo e discriminazione, si sono spesso ritrovate anche tagliate fuori dalla propria comunità di riferimento e ‘prigioniere’ di famiglie o situazioni che non sempre le accolgono. Anzi, spesso fanno proprio il contrario.
Il ddl Zan
In Italia, questa ricorrenza è stata associata al dibattito intorno al cosiddetto ddl Zan: un disegno di legge che prende il nome dal suo primo firmatario, Alessandro Zan, che prevede di estendere la normativa relativa ai reati d’odio anche a quei reati perpetrati ai danni delle persone per via del loro sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere o disabilità. Un disegno di legge che andrebbe a colmare un vuoto legislativo e che è sostenuto dalla maggior parte delle associazioni LGBT italiane ma che è stato bocciato per l’opposizione di forze politiche contrarie per i più vari motivi.
C’è chi teme che la legge possa portare a una limitazione della libertà di espressione e chi, come anche molti gruppi di femministe, non ama la discriminazione che si fa in base al sesso e la definizione di identità di genere (così come definita nel testo della legge: ‘l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione.’), visto che molta parte delle lotte femministe si basa proprio sulle differenze biologiche tra uomo e donna.
La necessità di colmare un vuoto legislativo
Indipendentemente da tutto questo, tutti concordano sul fatto che in Italia manca una legislazione a tutela delle persone omo, bi e transessuali e anche se questo dibattito ha spesso avuto toni accesi, è bene che se ne parli e si colmi al più presto questo vuoto legislativo.
Vuoi sapere come si conclude il ddl Zan? Proprio con la proposta di istituire una Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, e indovina un po’ quando? Esatto, proprio il 17 maggio!
I percorsi della legge sono spesso lunghi e tortuosi, ma una cosa che certamente tutti possiamo fare è iniziare a festeggiare questa Giornata e a costruire dal basso una società in cui tutti hanno gli stessi diritti e sono tutelati allo stesso modo.