Un altro bollente racconto che abbiamo trovato nella nostra casella di posta elettronica da parte di una lettrice che vuole restare anonima. Se anche tu ci vuoi mandare la tua storia o raccontarci una tua esperienza sexy, contattaci qui. Buona lettura!
È stata sempre una mia fantasia, quella di farlo in aereo, ma ho sempre pensato che fosse una roba da film e, appunto, da fantasia.
Poi un giorno ero su un volo per Parigi, quindi neanche particolarmente lungo, ed ero in fila per il bagno, non ero la prima della fila, c’erano un paio di signore prima di me e, siccome avevo una certa urgenza, fissavo le due porte cercando di calcolare la mia possibile attesa, quando vedo una delle due porte aprirsi, una donna uscire, e la porta richiudersi subito. La signora in pole position ha provato a entrare, ma la porta risultava chiusa e il segno diceva occupato. La donna, intanto, con molta nonchalance ci aveva superato ed era tornata al suo posto. Nel frattempo si era liberato l’altro bagno e la signora numero uno era entrata in quello. Passano un paio di minuti, la porta del bagno da cui era uscita la donna si riapre e ne esce un uomo. La signora davanti a me ha fatto un risolino ed è entrata come se niente fosse. L’uomo deve aver percepito il mio sguardo un po’ attonito perché ha sollevato la faccia e mi ha rivolto un sorriso a metà tra il birichino e il divertito. Aveva due incredibili occhi verdi e il suo sorriso complice mi ha trasmesso un brivido di piacere. Quando la signora numero 1 è uscita dal bagno sono entrata al suo posto e mi sono toccata fino a farmi venire al pensiero dell’affascinante sconosciuto e di quello che aveva fatto con la sua compagna nella toilette di fronte alla mia.
Quel volo per Parigi mi ha fatto capire non solo che la mia fantasia non era solo mia, ma anche che era realizzabile.
Circa sei mesi più tardi, io e mio marito ci siamo concessi una vacanza esotica. Avevamo un volo di quasi 6 ore verso Dubai, prima di cambiare e salire su un altro aereo. Inutile dire che la mia mente era in pieno lavorio.
Ovviamente ne avevo parlato con mio marito, ma lui era molto perplesso. Lui è la classica persona che l’aereo non fa in tempo a prendere quota e lui è già lì che dorme con la bocca aperta come se fosse in un letto king size. Io invece guardo film su film e se non bastano mi metto anche a leggere il mio libro preferito.
Insomma, l’idea di interrompere il suo sonno per fare l’amore in un posto scomodo, minuscolo e con il rischio pure di fare una figuraccia, e magari anche beccarsi una bella multa, non lo allettava per niente. Ma io lo sapevo ed ero arrivata attrezzata. Avevo indossato appositamente un vestito con una gonna ampia e piuttosto corta, anche se in aereo mi congelo quasi sempre, e un paio di slip tutti di pizzo che so che lo fanno impazzire.
Il volo è cominciato come al solito. L’attesa lunghissima in aeroporto, l’attesa dentro l’aereo (mi ero fatta assegnare i posti vicino al corridoio, in modo da non dover disturbare nessuno al momento di andare al bagno), le istruzioni sulle misure di emergenza, il brivido del decollo, l’annuncio della cena, la cena, la fila al bagno subito dopo cena, le luci che si abbassano, gli ultimo ritardatari al bagno. Avevo seguito tutto questo avvicendarsi con la mente di un generale che studia il campo di battaglia. L’idea che volevo portare a termine a tutti i costi il mio piano mi riempiva di una eccitazione strana, che era in parte sessuale ma molto anche fatta di adrenalina.
Mio marito, ovviamente, si era adagiato più comodo nella poltrona nell’istante esatto in cui avevano ritirato il vassoio e stava sprofondando nel sonno: era il momento di agire. Mi sono alzata e sono andata al bagno; non c’era fila e la toilette era in perfetto ordine. Ottimo. Mi sono sollevata la gonna e mi sono trovata super eccitata. Mi sono sfiorata con un dito, mi sono sfilata gli slip e sono uscita dal bagno. Sono tornata al mio posto, mi sono avvicinata a mio marito quasi addormentato e gli ho dato un bacio leggero. Ha mugolato qualcosa e ha cercato di sistemarsi ancora meglio nella poltrona, ma quando l’ho baciato di nuovo, ha finalmente aperto gli occhi. Ho sollevato il pungo chiuso nel quale stringevo i miei slip e glieli ho infilati nel taschino della camicia: un gesto che mi ha guadagnato la sua totale attenzione. Si è seduto più dritto sulla sedia, ho allungato una mano verso i suoi pantaloni e ho sentito che la mia strategia stava facendo effetto. Ho gettato un’occhiata rapida oltre la sua poltrona: il suo vicino aveva la mascherina sugli occhi e le cuffie sulle orecchie. Io non ero altrettanto fortunata: la signora che sedeva alla mia destra, subito dopo il corridoio che ci separava, sfogliava una rivista, visibilmente annoiata. Non si sarebbe lasciata scappare un’occasione di distrazione.
Mi sono girata sulla sedia in modo da darle il più possibile le spalle, poi ho preso la mano di mio marito e me la sono guidata sotto la gonna, mentre io abbassavo la sua zip e infilavo la mia nella sua cerniera. Ci siamo toccati così per qualche minuto, con l’adrenalina a mille. Bastava che una hostess passasse lungo il corridoio o che il vicino di mio marito spostasse la mascherina e aprisse gli occhi e saremmo stati scoperti con le mani l’uno letteralmente nelle mutande dell’altro (con l’unica eccezione che le mie erano nel taschino di mio marito).
A quel punto non ne potevo più. Mi sono staccata da mio marito e ho premuto la mia mano contro la sua per fermarlo. ‘Vieni con me’ gli ho sussurrato all’orecchio. Mi sono alzata e mio marito mi ha seguito a ruota. La signora del giornale ci ha guardato, probabilmente intuendo qualcosa, ma a quel punto non mi importava più di niente. Mi sono avvicinata alla porta dei bagni, mi sono fermata un istante per vedere quale fosse libero. Ho sentito il corpo di mio marito appoggiarsi contro il mio, la sua erezione palpabile attraverso il vestito leggero, le hostess parlavano tra di loro. Ho aperto la porta del bagno, afferrato mio marito per la mano e l’ho trascinato dentro insieme a me. Lo spazio era minuscolo, ma lui non mi ha dato il tempo di fare niente: mi ha spinto contro il lavandino, mi ha alzato la gonna, ho sentito il rumore della zip, nonostante il rombo assordante dell’aereo in sottofondo e poi finalmente l’ho sentito entrare dentro di me.
Avevo letto molti resoconti di gente che l’aveva fatto in aereo e più o meno tutti dicevano la stessa cosa: per la maggior parte delle persone è più che altro una specie di sfida. Lo fai per dire di averlo fatto, vuoi finire il prima possibile e nessuno dei due si preoccupa realmente del piacere.
Non è stato così per noi. L’ho capito che non sarebbe stato così nel momento in cui ho sentito mio marito entrare dentro di me e ho visto il suo viso ricurvo sul mio collo nello specchio della toilette, le sue mani abbrancare la mia scollatura alla ricerca dei miei seni. Era eccitatissimo e io lo stesso. Non dirò che siamo andati avanti ore, ma abbiamo fatto l’amore a tutti gli effetti, con tanto di orgasmo suo. E mio. Lui era lì che quasi voleva le coccole dopo, ma a quel punto l’ho spinto velocemente fuori dalla toilette. Mi sono ricomposta. Ho cercato di aspettare alcuni minuti, ma avevo perso la cognizione del tempo: potevano essere passati 5 minuti da quando eravamo lì dentro come mezz’ora.
Quando sono uscita dalla toilette mi sono sentita avvampare: un ragazzo era in fila. Non è detto che avesse visto uscire mio marito, ma probabile. Poi mi sono ricordata del ragazzo con gli occhi verdi e l’ho guardato dritto negli occhi. Ci siamo sorrisi, sono sicura che ha capito tutto. Sono sicura di avergli comunicato con lo sguardo quello che il ragazzo con gli occhi verdi aveva trasmesso a me: si può fare. Non sei il solo a desiderarlo. È bellissimo.