La telefonata di Marco mi raggiunge mentre mi sto inerpicando sul tram con i miei stiletto da dodici centimetri.
‘Che fai stasera?’ ‘Mmmh… nulla?’ ‘Ok, vieni a cena da noi allora.’ ‘Sono appena uscita dall’ufficio…’ ‘Ti aspettiamo alle 9’.
Infilo la mano con il telefono nella tasca foderata di pelliccia: l’aria è fredda e pungente anche dentro il tram semivuoto. Mi siedo sulla lunga panca di legno lucido. Dovrò passare dall’enoteca sotto casa, penso mentre con la mente apro la porta della mia cabina armadio e inizio a passare in rassegna i vestiti che contiene.
Marco è un amico da lungo tempo, più o meno da quando mi sono trasferita in città. Da qualche mese convive con Charles, un ragazzo decisamente più giovane di cui ancora non so bene cosa pensare: è molto attraente, la classica bellezza francese con labbra carnose, e capelli ricci e ribelli, ma c’è qualcosa di ambiguo in lui.
Ho la sensazione che approfitti della situazione e non posso fare a meno di domandarmi malignamente dove abitasse prima di trasferirsi nel meraviglioso attico del mio caro amico.
Arrivo alle 9 precise, so che il mio ospite ci tiene alla puntualità. Charles mi aiuta a liberarmi del cappotto, mentre Marco prende dalle mie mani la bottiglia di champagne. La combinazione dei loro gesti mi sorprende e per un attimo mi sento preda di mani avide. Ma è solo un attimo e, ovviamente, una sensazione sbagliata.
Grandi lampade incombono basse sul tavolino illuminandolo violentemente e lasciando il resto della stanza, noi compresi, immersi in una penombra luminosa. Il tappo della bottiglia di champagne sbotta festoso sul sottofondo di musica jazz e il primo sorso di alcol traccia un percorso netto che posso seguire dal solletico in bocca fino al bacio freddo nello stomaco. Ci accomodiamo su sedie alte e scomode e diamo inizio alla serata.
La cena è deliziosa: Marco è uno dei pochi fotografi di successo rimasti e ama esprimere la propria creatività anche ai fornelli. È un mago degli accostamenti arditi, mescola sapori e consistenze diverse, propone abbinamenti improbabili.
Un’abilità che, a quel che vedo, Charles non è in grado di apprezzare come meriterebbe : il suo aspetto gracile da adolescente non sembra essere un dono di natura. Mangia pochissimo e dedica al cibo il minimo interesse. Non mi stupirei se scoprissi che è cresciuto nutrendosi nei fast food.
Mentre la conversazione prosegue fluida, provo a decifrare la natura del rapporto che lega il mio amico a questo elfo nordico, con labbra troppo grandi e membra troppo fragili. È certamente irretito dalla sua bellezza, che non si manifesta solo nella perfetta sproporzione dei suoi lineamenti ma anche nei suoi gesti, nel modo in cui piega la testa di lato quando ti guarda, nella sua voce dal tono leggero e argentino. Ma sembra anche godere dell’evidente ammirazione che l’amante più giovane gli riserva. Si deve sentire un po’ un Pigmalione di fronte a questa creatura piena di potenziale.
Finiamo di sbocconcellare gli avanzi della cena, ridiamo mentre l’alcol si fa strada dentro di noi e il tono delle nostre voci si alza: i nostri vestiti sono di classe e la nostra conversazione è arguta. Mangiamo cibo di qualità perché ce lo possiamo permettere e, soprattutto, perché siamo capaci di riconoscerlo. E lo stesso dicasi per il bere. Ci sentiamo vincenti, potenti, spregiudicati.
Marco si alza e mi prende per mano ‘Mettiamoci comodi’ dice guidandomi verso il divano. Charles si dirige verso un vassoio d’argento con sopra varie bottiglie di alcolici. ‘Cosa ti preparo?’ Chiede mentre mi lascio cadere sul divano bassissimo finendo quasi addosso a Marco, già seduto. Scoppiamo entrambi a ridere, io e Marco, e mi lascio andare un po’ sul suo corpo.
Vengo da un periodo intenso di lavoro e sono ormai più le sere in cui mi soddisfo con i miei giocattoli erotici di quelle in cui mi addormento accanto a un uomo. E il contatto con il corpo caldo e solido di Marco è una piacevole novità. Lui alza un braccio ad accogliermi nella cavità della sua spalla e io mi adagio su di lui mentre appoggio la mano tra le sue gambe. E lo sento.
Con le dita percorro piccoli cerchi sulla rotondità del suo ginocchio, la testa mi gira un po’, sento il calore delle sue cosce avvolgermi il braccio e sento il suo sesso a contatto con il mio gomito. All’inizio non ci faccio caso, non mi rendo conto che lo sto toccando proprio lì, ma poi un guizzo nella sua carne mi rivela la sua eccitazione.
Alzo uno sguardo sornione su Charles. È innegabile che sia estremamente attraente, con quella bocca imbronciata e le membra agili. Vorrei affondare le mie dita nei suoi capelli e baciare le sue labbra appena un po’ troppo grandi. Un Mick Jagger degli anni 2000.
Mescola il mio drink con esperta noncuranza e viene a sedersi anche lui sul divano. Mi porge il bicchiere e nel momento esatto in cui lo afferro e lo porto alla bocca, infila le sue mani tra le mie cosce. E mentre la sorpresa mi manda l’alcol di traverso, lui si protende verso Marco e si baciano. Sono in mezzo e sento le mani di Charles accarezzarmi le gambe, risalire verso l’alto. Marco si stacca un attimo da lui e contempla la scena. È colpito, lo so; lo conosco troppo bene per non sapere che non ha mai provato la minima attrazione per una donna in vita sua. E so quanto possa essere possessivo. Inizio a capire il fascino perverso di Charles, quanto debba averlo intrigato nella sua rete…
Quello che non conosco affatto è invece Charles, ma la situazione è troppo eccitante perché io possa anche solo pensare di modificarla.
Ma Marco troverà il tutto altrettanto seducente? Questa è l’unica cosa a cui riesco a pensare mentre istintivamente mi apro alle carezze di Charles. O ci rovinerà tutto?
Charles sorride a Marco, poi si piega su di me e finalmente sento il tocco delle sue labbra sulle mie. Sono morbide come velluto e carnose come una rosa. Mi bacia lentamente, mi lecca con la lingua calda. Vorrei capire cosa sta succedendo ma riesco solo a lasciarmi andare, abbandonarmi completamente mentre il bacio di Charles si fa più insistente, più aggressivo. Più profondo.
Lo sento afferrare i miei slip e trascinarli verso il basso con un gesto che mi fa bruciare la stoffa sulla pelle. Capisco di essere nuda di fronte a Marco e per la prima volta mi vergogno. Respingo Charles con forza e mi copro con il vestito. Mi sento arrossire violentemente mentre fisso le gambe di Marco, che è ancora seduto di fianco a me ma, in un certo senso, più distaccato di prima. Il respiro di Charles è vicinissimo, i suoi ricci mi fanno il solletico sul collo e lui riappoggia la sua mano tra le mie gambe nude, accosta di nuovo il suo viso al mio. La sua vicinanza è inebriante, il suo tocco è deciso. Il desiderio torna a offuscarmi il giudizio, a sciogliermi le membra. Ma questa volta non mi lascio andare e mentre le dita di Charles risalgono ruvide alla ricerca del mio sesso e lo sento aprirsi la strada, divertito, tra le mie gambe serrate, alzo lo sguardo su Marco.
È rimasto nella posizione iniziale, appoggiato all’angolo del divano con un braccio sollevato ad accogliermi, ma sembra come pietrificato, lo sguardo fisso davanti a sé.
Non so cosa fare, come sbloccare la situazione. So che voglio Charles, qui e ora. Le sue dita, nel frattempo, hanno raggiunto di nuovo la mia apertura bagnata di piacere e so che non resisterò ancora a lungo prima di lasciarmi andare.
È per questo, e perché mi sento in colpa come un bambino che abbia involontariamente rotto il giocattolo più prezioso del suo migliore amico, dopo averglielo strappato di mano solo per guardarlo più da vicino, che mi sottraggo a fatica alla carezza di Charles e circondo con le braccia il collo di Marco, mentre mi inerpico su di lui.
Marco sembra risvegliarsi da un lungo sogno e mi osserva sorpreso mentre mi avvicino lenta alle sue labbra, mentre mi appoggio sul suo membro e inizio a muovermi in piccoli cerchi. Allungo una mano verso la sua cerniera ed è a quel punto che sento Charles ridere vicino a noi.
‘Vieni, vieni da me’, dice con tenera indulgenza. E non capisco se si rivolga a me o a Marco.
Le sue mani mi massaggiano i seni e io continuo a baciare Marco che mi ricambia.
‘Vieni da me’. Ripete Charles, prendendomi per la vita e tirandomi verso di lui. Lo guardo e mi rendo conto che si è denudato e quando mi fermo un istante, incerta, Charles si allunga verso Marco e Marco si allunga verso Charles e si baciano con passione. Non c’è rancore nei gesti di Marco e lo prendo come un buon segno e l’erezione del suo amante è troppo attraente per me. Mi sposto sul divano, le mani di Charles non mi abbandonano e continuano ad attirarmi a sé, la sua bocca continua ad essere unita a quella di Marco.
Mi metto a cavalcioni sulle gambe di Charles, mi lascio scendere lentamente sulla sua erezione, lui emette un mugolio di soddisfazione nella bocca di Marco.
Inizio a muovermi lenta, sento le sue mani scivolare sul mio corpo, abbandonare i miei seni e stringersi attorno alla rotondità del mio sedere. E in un istante capisco le sue intenzioni. Mi stringo ancora più a lui mentre scariche di eccitazione mi attraversano il corpo.
‘Vieni, vieni da me’, ripete lui. E non ho bisogno di vedere il braccio che si protende in direzione di Marco per capire che si sta rivolgendo a lui. Sento gli spostamenti di Marco mentre Charles continua a muoversi dentro di me. Sono troppo eccitata per poter ragionare ma capisco che stanno cercando una posizione ottimale che ci permetta di essere tutti e tre insieme. E mi lascio muovere e spostare, docile, mentre Charles mi bacia e mi accarezza e mi dice ‘Brava, brava così. Bella.’
Sento l’abbraccio di Marco, sento il suo sesso appoggiarsi a me da dietro, lo sento spingere e lentissimamente entrare, mentre Charles lo aiuta con le mani. Restiamo un attimo immobili tutti e tre. Mi sembra impossibile che potremo muoverci ancora. Poi è Marco il primo a scivolare più dentro di me e poi un po’ fuori. Charles resta immobile, ma lo sento, solo che ora sono concentrata ad ascoltare i gesti di Marco dentro di me. A percepire il piacere che sale piano piano. Marco mi stringe i seni, mi strizza i capezzoli mentre Charles si è riappropriato della mia bocca e ogni tanto si ferma per baciare Marco. Poi, quando ormai mi sono quasi scordata di lui, Charles ricomincia a muoversi dentro di me e a quel punto il piacere diventa quasi intollerabile. Mi muovo anche io adesso, mi muovo incontro al mio orgasmo, mi muovo mentre i miei gemiti riempiono le orecchie e le bocche dei miei amanti. Marco mi stringe a sé, lo sento sussultare e appoggiare una mano sul mio clitoride gonfio. Gridiamo insieme e ci lasciamo andare a un orgasmo che sembra non finire mai.
Charles è venuto dopo che ci siamo calmati, dopo che Marco è uscito dal mio corpo. Mi ha adagiata sul divano, mi ha sfilato il vestito ma mi ha lasciato il reggiseno. Marco ha iniziato ad accarezzarlo e lui ha goduto su di me.
Ci siamo assopiti per un po’. Quando ci siamo svegliati ci siamo trasferiti nella doccia…
Marco e Charles sono rimasti insieme qualche mese ancora.
Non mi hanno più invitata a cena.