The Sexplorer ci regala un altro racconto vivido e pieno di sensazioni che ci svela come prosegue la relazione tra la donna smarrita e il suo ‘Padrone’ che abbiamo visto incontrarsi ne
La stanza oscura. E la storia non finisce qui.

Si era addormentata. Quanto tempo era passato? Un’ora, forse due? Era distesa sul letto supina, nuda. Poco alla volta ricordò perché si trovava lì e quella folle, eccitante esperienza che aveva avuto con lui. I brividi, la voluttà, il dolore provato in precedenza adesso erano spariti. Si sentiva profondamente rilassata e inaspettatamente serena, come se un’improvvisa tempesta di vento avesse spazzato via dubbi e paure.

Nella stanza oscura c’era adesso un debole luce. Una candela ardeva in un angolo sopra un antico scrittoio. Poteva finalmente intravvedere i contorni del luogo in cui si trovava: una grande, lussuosa camera con letto a baldacchino e splendidi pezzi di arredamento d’antan. L’aria pervasa da un profumo dolce e speziato rendeva il tutto piacevolmente inebriante…

Percepì le mani di lui sul corpo. Calde, vigorose, con un tocco sensuale e delicatissimo. Erano davvero quelle stesse che con tanta energia e determinazione avevano impugnato una frusta?

Le dita di lui si spostavano su e giù lungo le sue gambe, il massaggio era lento e costante, partiva dalla punta dei piedi soffermandosi a lungo in una frizione plantare e risalendo poi fino a sopra l’inguine. Sensazione sublime…

All’improvviso si allontanò, prese la candela e la poggiò sul comodino vicino al letto. Con un gesto disinvolto si rovesciò parte del liquido ardente su di un palmo, ne distribuì un po’ sull’altro e le poggiò le mani bollenti sul ventre. Fermo, ai piedi del letto, riprese il massaggio con quell’olio caldo e profumatissimo, mentre lei – a occhi chiusi – gli si abbandonò ancora una volta, pervasa da nuove, intense sensazioni.

Man mano che il massaggio procedeva, si estendeva alla vita, ai fianchi, all’ombelico e poi ancora più giù, soffermandosi sulla parte interna delle cosce.

Risalì di qualche centimetro e con i pollici le sfiorò il pube. Fu a quel punto che le aprì leggermente le gambe, facendo una cosa che su di lei ebbe l’effetto di una dolce tortura: afferrò piccoli ciuffi di pelo pubico e con entrambe le mani li tirò con delicatezza, partendo da quelli più in alto e scendendo sotto, lungo le grandi labbra.

Dopo, chiudendo una mano a conca, andò a versarsi un po’ di olio sul palmo e lo fece colare lentamente sopra il clitoride e sulla zona circostante. Fu un caldo brivido di piacere.

Quasi si trattasse di piccoli morsi sulla bocca, tirò delicatamente le grandi labbra verso l’esterno, pizzicandole una alla volta e lasciandole andare. Con le dita intrise di olio le sfiorò la punta del clitoride, massaggiandolo lentamente dal basso verso l’alto e poi viceversa, in un movimento leggero e continuo.

Occhi chiusi, totalmente abbandonata ancora una volta a quest’audace esperienza, si sentiva in preda a un’eccitazione crescente, dalle dita dei piedi fino alla punta dei capelli; iniziò lentamente a muovere il bacino, assecondando il movimento della mano di lui. Adesso lo immaginava su di sé, eccitato, pronto a farla volare…
Invece lui smise improvvisamente di accarezzarla, le afferrò i fianchi con le mani e bloccò quella sua estemporanea danza del ventre: “NON TI MUOVERE”.

Obbedì e restò immobile giusto il tempo per far sì che l’ascesa del suo piacere si arrestasse.

Poi lui salì sul letto e andò a mettersi in ginocchio dietro di lei, accanto alla spalliera. Fu in quel momento che, muovendo la testa all’indietro lei riuscì a intercettare i suoi occhi plumbei. Provò dei nuovi brividi…

Aveva sempre il volto coperto da una maschera scura, l’ampio torace nudo, lucido. Le sollevò la nuca e le poggiò delicatamente la testa sulle proprie cosce. Non ebbe difficoltà a percepire la sua grossa erezione…

Adesso aveva poggiato le calde mani sul suo seno. Lo massaggiava delicatamente, avanti e indietro, sfiorandone i lati, disegnandone i contorni con le dita.

Per anni lei aveva detestato i suoi seni. Li considerava troppo piccoli, senza forma, privi di sensualità. Con il tempo, però, aveva imparato a conoscerli, scoprendone il forte potenziale erotico. Merito di quelle medesime sensazioni che adesso – uno sconosciuto – stava prepotentemente risvegliando in lei…

Lui continuò appoggiando le mani sulla parte laterale dei seni e iniziò un lievissimo massaggio. Proseguì per un po’, infine si concentrò sui capezzoli. Con la punta dell’indice e del pollice ben intrisa di olio profumato li pizzicò leggermente uno alla volta, muovendo le dita dal basso verso l’alto.

I brividi si susseguirono a lungo, coinvolgendo tutte le parti del corpo e dell’anima. Calore, eccitazione, sussulti, stupore… Sì, stupore. Per l’intensità di quell’esperienza, le sensazioni inattese e contraddittorie, il piacere che ne stava derivando. Era lì per cercare un’emozione forte, stava riscoprendo invece una parte di sé che credeva perduta.

Merito di lui? Concentrata sul piacere, al culmine del desiderio, in una nuova, perfetta estasi, si sollevò di scatto, girò la testa verso di lui e si addentrò con coraggio nel buio di quegli occhi.

Continua…

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