Ci sono così tante cose che la recente pandemia di Coronavirus ha cambiato che siamo ancora qui a compilarne l’elenco. Con alcune facciamo i conti tutti i giorni, ma di altre siamo a malapena consapevoli.
Una di queste, per esempio, è che da circa tre anni non si parla d’altro: il Coronavirus è ‘la’ pandemia per eccellenza. Per questo il significato di ricorrenze come la Giornata Mondiale contro l’AIDS è diventato ancora più importante, perché mai come in questi anni corriamo il rischio di dimenticarci di tutte le altre malattie che esistono e in particolare di questa epidemia così silenziosa ma purtroppo tutt’altro che debellata. E che, a differenza del Coronavirus, sappiamo bene come si trasmette e contro la quale è relativamente più facile difendersi.
La Giornata Mondiale contro l’AIDS, che cos’è
Istituita per la prima volta nel 1988 dal Programma delle Nazioni Unite per l’HIV/AIDS, la Giornata Mondiale contro l’AIDS ha lo scopo di esprimere solidarietà a quanti sono affetti da questa malattia, sensibilizzare l’opinione pubblica su quella che è considerata una delle epidemie più distruttive nella storia dell’umanità, raccogliere fondi per la prevenzione e la cura, commemorare quanti sono morti a causa di essa.
Un fiocco rosso per la lotta
Il simbolo della Giornata Mondiale contro l’AIDS è un fiocco rosso che puoi indossare sui tuoi vestiti per manifestare la tua adesione alla causa e il tuo sostegno a chi si confronta ogni giorno con questa malattia.
L’AIDS in numeri
Si stima che 35 milioni di persone siano morte a causa dell’AIDS dal momento della sua scoperta (nei primi anni ’80) ai giorni nostri, e circa 60 milioni siano stati i contagiati dall’inizio della pandemia.
In Italia, nel 2022, sono stati diagnosticati 1888 nuovi casi di infezione da HIV, pari a un’incidenza di 3,2 casi per 100.000 abitanti (erano 2 nell’anno precedente), una media inferiore a quella del resto dell’Europa (5,1 casi per 100.000 abitanti). L’incidenza è in lieve, costante diminuzione dal 2012 e, in maniera ancora più accentuata, dal 2018 al 2020, con un lieve aumento nei due anni post COVID, ma la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti (dati del Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità).
Le nuove cure e i nuovi contagi
L’AIDS è una malattia che stiamo combattendo con sempre maggiore efficacia: esistono cure che permettono alle persone che l’hanno contratta di avere una vita praticamente normale, e su questo abbiamo fatto incredibili progressi. Dove non abbiamo fatto grandi passi, invece, è stato nel contrastare la sua diffusione.
La cosa che più colpisce è che evitare il contagio per via sessuale (ovvero, lo ricordiamo, ad oggi, la principale forma di trasmissione), è davvero semplice. Basta indossare un preservativo. Tutto qua. E per quanto la frase possa suonare retorica, è davvero un piccolo gesto che può fare una grande differenza.
Cosa puoi fare tu
Oltre a una donazione in denaro (qui il link alla pagina ufficiale del World Aids Day), quello che ognuno di noi, singolarmente, può fare è contribuire a un cambiamento più radicale, a un cambiamento di mentalità e abitudini. Dobbiamo iniziare a pensare al preservativo come a un mezzo di protezione contro le malattie sessualmente trasmissibili prima ancora che come a un contraccettivo. E non vergognarci ad averne una piccola scorta sempre con noi, che siamo uomini o donne, giovani o vecchi, omo-bi-pan sessuali o etero.
Del resto, bastano poche mosse e scegliere il preservativo giusto per trasformare una necessità in un gioco erotico, e il profilattico in uno strumento di piacere. Perché no, un vaccino contro l’AIDS ancora non c’è, la nostra difesa è nelle nostre mani.