Dalla definizone di ‘occasionale’ della versione online del Vocabolario Treccani: ‘che dipende da un’occasione, che nasce dalle particolari circostanze, e quindi non voluto o cercato appositamente, casuale, fortuito’.
Esempio: sulla via di casa decidi che è giusto concederti un bicchiere di vino. Ti accomodi al bancone e la sedia accanto alla tua viene occupata da un architetto danese di passaggio in città. È carino, è simpatico, tra di voi scatta una chimica pazzesca… che fai, non lo inviti a salire? Domani le vostre strade si separeranno, lui tornerà in Danimarca con un ricordo ancora più bello dell’Italia, tu metterai la Danimarca nella lista delle prossime località da visitare e vivrete tutti e due felici e contenti.
Ecco un classico esempio di quello che un tempo era considerato un incontro occasionale: uno scambio sessuale con una persona pressoché sconosciuta e destinata a rimanere tale, innescato semplicemente dall’occasione, appunto.
Poi è arrivato internet…
Gli incontri online: la nuova normalità
Un’indagine relativamente recente ha rivelato che un terzo delle coppie che hanno detto sì negli Stati Uniti si sono incontrate online. E anche se questi dati vanno sempre trattati con una certa cautela, tuttavia confermano una tendenza di cui non possiamo essere all’oscuro: nella realtà di oggi gli incontri online non sono semplicemente comuni, sono la norma.
Ora, non saremmo certo noi a scoraggiare un bell’incontro vecchio stile, ma siamo anche realistici: se dobbiamo baciare tanti rospi prima di trovare il nostro principe/essa, almeno divertiamoci nel frattempo. Se poi l’idea del principe/essa ci ripugna e abbiamo una visione disincantata dell’amore e del sesso… beh c’è tutto un intero mondo di social media che ci aiuta a organizzare incontri casuali, senza legami, aspettative, senza pre(e post!)giudizi.
Semplicemente due adulti e la ricerca comune del piacere.
Beh, forse ‘semplicemente’ non è la parola più adatta…
Breve excursus sul sesso occasionale
L’avvento di internet e quello degli smartphone ha trasformato il sesso occasionale da manovra imprecisa e scomposta, fomentata, in genere, da dosi massicce di alcol e una discreta incoscienza, in una scienza esatta regolata da fior di algoritmi pensati per incasellare il più volubile dei sensi umani, quello del piacere.
Prima dell’esistenza della realtà parallela del mondo online, la persona, uomo o donna, che fosse in cerca di uno scambio sessuale fine a se stesso, senza futuro né passato, aveva due opportunità: recarsi nei peggiori discobar della città e faticosamente aspettare il momento della chiusura, quando il tasso alcolico e le poche persone rimaste sul campo rendevano l’operazione del rimorchio decisamente più semplice, o pubblicare su un giornale un annuncio accuratamente vago ma disseminato di espressioni chiave, al quale l’interessato/a rispondeva scrivendo a un’anonima casella postale.
Indubbiamente l’avvento di app e siti online dedicati agli incontri ha semplificato le cose. O no?
Dimmi chi sei…
Tinder, Bumble e Down, per citarne solo alcune, sono app che sfruttano l’idea che la ‘conversazione’ parta solo dopo che ci si è entrambi ‘piaciuti’. Perché perdere tempo a chattare con un anonimo Pino76 che potrebbe anche rivelarsi la sorella della tua amica che si diverte a farti gli scherzi, quando puoi scartare in anticipo, con un ‘semplice’ movimento del pollice, quei partner che non ti sembrano all’altezza delle tue esigenze per lo spazio di una notte?
Per non parlare del servizio di geolocalizzazione: ti vengono proposti solo potenziali partner raggiungibili con un breve passaggio in macchina, in modo da evitarti di perdere tempo con Ginetto85 per poi scoprire che è di Milano quando tu stai a Foggia.
Sei una donna, sei sposata, ma vuoi toglierti lo sfizio di una scappatella (!)? C’è un’app apposta per te. E se sono gay? Ci sono miriadi di app per te, la più famosa è Grindr, ma ce ne sono davvero tante.
Ti ricordi le vecchie chat anonime dove parlavi per ore/giorni/mesi e poi ti mettevi un fiore all’occhiello per riconoscerti al parco (ti incontravi regolarmente al parco, luoghi affollati e anonimi ché, prima delle app e dei social media che dicono tutto di noi, l’altro era un essere misterioso e, potenzialmente, pericoloso)? Sembrano così romantiche e antiquate adesso!
Lo sai che la prima impressione è quella che conta
Ma tutta questa efficienza ti chiede un prezzo da pagare. E scegliere la giusta app e il giusto sito è solo il primo, primissimo passo. Hai scelto l’app? Ti vuoi iscrivere? Ok, inizia a scegliere una (quando ti va bene) foto del profilo.
E qui noi ti consigliamo il buon vecchio selfie che fa sempre la sua porca figura, soprattutto perché lo puoi scattare e ri-scattare allo sfinimento, fin quando non sei soddisfatto/a del taglio dell’inquadratura e la sensualità dello sguardo.
Ma anche il contesto è importante, evita ambienti spogli e inquadrature dalle quali fa capolino la sedia in plastica dell’Ikea o selfie allo specchio del bagno con le incrostazioni di calcare.
Ma che anche le parole contano
Hai scelto la foto, meglio dire che hai passato gli ultimi tre giorni a indossare tutto il tuo guardaroba e che il braccio/selfie è indolenzito, la sfida che ti aspetta adesso è quella di scrivere il tuo profilo personale. Approccialo con cautela, o lettore: scrivere di se stessi è notoriamente difficile. Gli sviluppatori di app lo sanno e ricorda che un bel selfie parla più di mille parole.
Il nostro consiglio? Evita le citazioni dai film, specie se sono prese da quel famoso film che solo tu hai visto, cerca di evitare le ovvietà (chi è che non ‘ama ridere’?) e, soprattutto, usa la semplicità.
Oltre l’ultima frontiera
Ovviamente creare il profilo è solo il primo passo, dopo di che si apre un altro abisso di scelte: chi deve iniziare per primo la conversazione? Le faccine: sono carine, sono inquietanti, mi fanno sembrare stupida/o? (Quando) sarà il caso di mandare un selfie osé?
…
A questo punto non sei un po’ d’accordo con noi che, dopo tutto questo lavoro, sia rimasto ben poco di occasionale (=non cercato, casuale, fortuito) ai rapporti occasionali?