Questo articolo è stato realizzato con il contributo della dott.ssa Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa, esperta in educazione sessuale.
Esiste?
Sì, esiste. Sono tantissime le donne pronte a giurare sull’esistenza di questo, come molti amano chiamarlo, interruttore del piacere.
Una zona erogena misteriosa, in quanto situata all’interno del corpo femminile, e così potente che la sua stimolazione sarebbe in grado di innescare l’orgasmo più travolgente mai provato, l’orgasmo da punto G, appunto. Una sensazione di piacere che le donne che l’hanno provata descrivono come pari a nient’altro.
Proprio perché si tratta di una zona, oggi si preferisce parlare di Complesso CUV (complesso clito-uretro-vaginale), una definizione che ha il pregio di evidenziare l’ampia parte del corpo coinvolta.
Non esiste?
No, non esiste. È la scienza a dirlo. Esiste, indubbiamente una zona situata all’interno del corpo femminile e dotata di determinate caratteristiche (per le caratteristiche del ‘punto’ G, vedi più avanti) riconoscibili al tatto. Ma nulla, a tutt’oggi, ha dimostrato che tale zona sia depositaria di tale piacere esplosivo e nulla, nella sua composizione fisica avallerebbe questa teoria .
Il punto G, meglio definito zona, in quanto la sua struttura fisica è molto meno ‘puntuale’, ad esempio del clitoride, sarebbe anzi, secondo gli studi più recenti e accreditati, nient’altro che un’area nella quale convergono le ultime propaggini del clitoride. E il tanto osannato orgasmo ‘vaginale’ che accompagnerebbe la sua stimolazione (con tanto di eiaculazione in alcuni casi, un aspetto questo che è soggettivo e non presente in ogni donna) non sarebbe altro che un’altra manifestazione dell’unico orgasmo presente nella donna, quello clitorideo.
E schiere di donne che per anni hanno cercato di stimolarlo e stimolarsi con risultati deludenti, si troverebbero d’accordo con questa teoria ed estremamente sollevate all’idea di non essere defraudate di un orgasmo di serie A.
Come faccio a trovarlo?
Indipendentemente dai poteri miracolosi del punto G, su almeno un punto (…) tutti concordano, ovvero la sua collocazione e natura.
La zona in questione si trova a circa 5/8 cm all’interno del canale vaginale, sulla parete frontale (quella rivolta verso la pancia per intendersi) ed è caratterizzato da una consistenza leggermente diversa da quella della zona circostante, una superficie più rugosa, inconfondibile al tatto.
Il metodo più semplice per trovarlo è andare in avanscoperta con un dito, possibilmente il tuo.
In questo modo ti sarà facilissimo individuare la zona del punto G, ma ovviamente puoi ‘usare’ anche le dita di lui (lei). Anche se non sono collegate alle tue sensazioni, anche per il/la partner dovrebbe essere abbastanza semplice individuare la zona.
E tu, a quel punto, sarai in grado di verificare le emozioni che questa stimolazione ti provoca.
E una volta che l’ho trovato?
Schiere di donne, quelle che hanno risposto con entusiasmo alla domanda ‘esiste?’ del punto 1 con un sonoro ‘SÌ’, sono abbastanza concordi nell’indicare una tecnica di stimolazione piuttosto precisa.
Innanzitutto l’intensità della carezza deve essere energica. Dimentica gli sfioramenti e le delicatezze che, a volte, sono la chiave vincente per farti raggiungere l’orgasmo con la stimolazione clitoridea.
Non per nulla il clitoride è uno degli organi del corpo umano con più terminazioni nervose e molto spesso una stimolazione troppo forte può essere fastidiosa. Il punto G, al contrario, è uno che ama le maniere forti, quindi vai di stimolazione intensa e vigorosa o chiedine una di questo tipo al/la tuo/a amante.
Altro fattore fondamentale, quando è in ballo il punto G, è il tipo di movimento. Che deve essere verso l’alto o, come si suol dire in gergo, ‘vieni qui’.
Hai presente quel movimento che fai con le dita quando vuoi dire a qualcuno ‘Vieni un po’ qui’? quando tieni il palmo della mano rivolto verso l’alto e ripieghi il dito indice su se stesso? Ecco, per stimolare il punto G devi fare lo stesso movimento, possibilmente con un paio di dita, per rendere la stimolazione, appunto, più vigorosa.
E se non mi piace?
Va sottolineato che non tutte le donne trovano la stimolazione del cosiddetto punto G piacevole, per alcune anzi non lo è affatto. Il che certo non rende queste donne meno “dotate” di altre o “difettose”, semplicemente l’anatomia femminile è tanto complessa e variegata da farci assistere a tante sfumature diverse.
Inoltre, non sempre una stimolazione diretta e forte è la più gradita, per alcune donne può risultare fastidiosa e dolorosa. In questi casi, vale sempre il principio fondamentale per ogni donna di affidarsi alla conoscenza di sé e alla scoperta di ciò che realmente piace, senza tentare di uniformarsi a qualcosa che non dà soddisfazione.
La stessa cosa, insomma, di quando parliamo di donne che riescono a raggiungere più orgasmi consecutivamente e di donne che invece hanno bisogno di un tempo per “ricominciare”.
Mi posso aiutare con dei toy?
Se il modo migliore per scoprire il tuo punto G o punto di Gräfenberg è quello di usare le tue stesse dita, il modo migliore per stimolarlo è quello di usare le dita di qualcun altro: proprio per il tipo di stimolazione richiesta, se sei tu a fare tutto il lavoro ti puoi ritrovare in una posizione decisamente scomoda. E non è una metafora, stai letteralmente scomoda e rischi di lasciare a metà l’operazione, che non è mai una buona idea quando è in ballo l’orgasmo femminile.
Meglio delle dita di un amante? Un vibratore che si muove allo stesso modo. Ma in più vibra. E in più può andare avanti per ore.
LELO te ne offre una vasta scelta, da quelli che si limitano a stimolare la zona in questione, a quelli che ci uniscono la stimolazione del clitoride, a quelli che addirittura riproducono il movimento ‘vieni qui‘…
E se la vita è una continua ricerca, che ne dici di cercare il tuo punto G e, dopo averlo trovato, cominciare la ben più ardua ricerca del tuo orgasmo più esplosivo? Noi siamo pronti a farti compagnia in questo viaggio.