La zona erogena del punto A

Il punto A esiste? E se sì, come faccio a trovarlo?

Pensavi che le polemiche riguardanti i punti del piacere femminile si limitassero alla sola, discussa esistenza del punto G? Ti sbagliavi.

Esiste (o forse no) un altro ‘punto’ del piacere femminile, ed è ancora più misconosciuto del punto G, la sua esistenza è altrettanto messa in dubbio e sì, come il punto G, viene considerato all’origine di un piacere molto profondo.

Ti abbiamo incuriosita? Continua a leggere!

Che cos’è il punto A?

Si tratta, ovviamente (come del resto per il ‘punto’ G) non certo di un punto ma di una zona che alcuni ritengono erogena, situata nella parete frontale della vagina.

Viene anche definito come la ‘prostata femminile’ poiché si trova, grosso modo, nella stessa posizione in cui si trova la prostata negli uomini.

Lo studio del dott. Chua Chee Ann

Il punto A venne alla ribalta negli anni ‘80, quando il medico malese Chua Chee Ann nell’ambito di un esperimento volto a rendere il rapporto più piacevole per donne che soffrivano di secchezza vaginale, si rese conto che una vigorosa e prolungata stimolazione di questa parte della vagina comportava, innanzitutto, una grande lubrificazione e poi, per la maggior parte delle donne, anche sensazioni di profondo coinvolgimento che spesso portavano a un orgasmo molto travolgente.

I risultati di questa ricerca furono rivelati diversi anni dopo, dando origine alla polemica che tanto conosciamo bene; tra medici che non trovano fondamenta scientifiche all’esistenza di questi ‘punti’ del piacere e studiosi (e donne!) che invece sostengono con fervore di goderne gli effetti.

Dove si trova il punto A?

Il punto A

In una parola? Molto vicino al punto G. Ma più in profondità. Infatti, il punto A si trova a circa 5 cm dal punto G, sulla parete frontale della vagina, e precisamente tra la cervice e la vescica.

Ora, mi dirai, e se io non so nemmeno dove si trova il punto G?

Procediamo per gradi, allora.

Inserisci un dito ben (pulito, con le unghie molto ben curate e corte) lubrificato nella vagina e esplora la sua parete anteriore, ovvero quella rivolta verso la pancia. Alla profondità di circa 2/3 cm, dovresti sentire una zona dalla consistenza un po’ diversa e, se provi a stimolarla con le dita ricurve su se stesse (con il famoso gesto ‘vieni qui’) potresti provare una sensazione piacevole che potrebbe anche portarti a provare un orgasmo molto appagante. 

Usiamo il condizionale perché, e non ci stanchiamo di sottolinearlo, ogni donna è diversa e quello che è un punto estremamente erogeno per alcune donne, potrebbe semplicemente non fare nulla per altre. Sì, lo sappiamo, questo non aiuta certo a fare chiarezza ma del resto, se tutti amassimo le stesse cose, sarebbe un mondo ben più triste e complicato.

Diciamo dunque che hai individuato il tuo punto G. Ora, per trovare il punto A non devi far altro che proseguire sulla stessa strada, sempre lungo la parete frontale della vagina, ma decisamente più in profondità, circa 5 cm dopo il punto G. Per molte donne, questa esplorazione con le sole dita sarà impossibile. Se è il tuo caso, puoi usare un sex toy dalla forma allungata. Troverai dunque un punto che, quanto a consistenza non si distingue dal resto della parete ma che, se stimolato, potrebbe (anche in questo caso il condizionale è d’obbligo) portarti a provare una copiosa lubrificazione e un piacere intenso, foriero di un orgasmo molto coinvolgente. Ecco, quello è il punto A.

Leggi anche: Il punto G esiste? Non esiste? Come faccio a trovarlo?

Come stimolare il punto A

Diciamo che hai individuato la zona erogena nota come punto A, ovvero un’area situata in profondità nella vagina che ti procura sensazioni piacevoli. 

Che tu l’accarezzi con un dito o, più probabilmente, un sex toy, il movimento che ti suggeriamo è quello, cosiddetto, del tergicristallo. Mentre cioè per stimolare il punto G, le donne concordano, il movimento più indicato è quello ‘vieni qui’ con le dita che si ripiegano su se stesse, quando si tratta del punto A è meglio adottare il movimento di quando dici ‘no’ con il dito.

Viceversa, il classico movimento dentro-fuori che più spesso si adotta durante l’amore, non dà il massimo né quando si tratta di stimolare il punto G, né quando si tratta del punto A.

Come raggiungere il punto A tramite la stimolazione anale

Sì, è possibile, e, per inciso, è uno dei motivi per cui la stimolazione anale può essere molto eccitante anche per le donne. 

La parete che separa ano e vagina è molto sottile e spesso è possibile stimolare le zone erogene della vagina tramite un dito o un sex toy inserito per via anale.

Prova ad esempio con SORAYA Beads, sfere anali che vibrano in accordo, riunite in un oggetto unisex, che può appagare lei e lui.

Una cosa da non dimenticare, quando si tratta del punto A, sia che tu lo raggiunga per via vaginale che anale, è di usare molto, moltissimo lubrificante. Questa raccomandazione vale per qualsiasi atto sessuale, il lubrificante infatti rende qualsiasi momento più bello, semplice ed eccitante, ma quando si tratta di punti situati così in profondità come il punto A, diciamo diventa quasi obbligatorio.

Del clitoride e dei ‘punti’ del piacere

Come abbiamo anticipato, l’esistenza di ‘punti’ del piacere all’interno della vagina è molto discussa e non c’è assolutamente consenso sulla loro esistenza. 

Ci sono infatti molti studiosi che fanno notare come le evidenze scientifiche non avallino alcuna teoria dell’esistenza del punto G e A e, soprattutto, della loro natura erogena. Questi stessi studiosi evidenziano l’esistenza di un noto, notissimo punto del piacere femminile: il clitoride. Un ‘punto’ che ha l’innegabile vantaggio di essere presente in tutte le donne anche se, ovviamente, non per tutte ha la stessa carica erogena. Perché, dicono questi studiosi, si spingono le donne alla ricerca di punti difficili da raggiungere, nascosti, quando invece, per la maggior parte delle donne, il piacere si origina da un organo così evidente ed efficiente? Non si rischia, tra l’altro, di instillare insicurezze e un senso di inadeguatezza in tutte quelle donne che non godono tramite la stimolazione di queste zone interne e che rischiano di sentirsi da meno rispetto a donne più, passaci il termine, ‘dotate’?

Allo stesso modo, chi invece, vuoi per esperienza o per convinzione scientifica, crede nell’esistenza di queste zone del piacere, vuole diffonderne la conoscenza a quante più donne possibile.

Noi pensiamo che ogni donna sia meravigliosamente unica e meravigliosamente unico sia il suo modo di godere, che è dato da un mix di stimolazione di zone erogene, eccitazione, coinvolgimento emotivo e cerebrale, magia del momento. Certamente, come abbiamo detto mille volte, il piacere è una continua ricerca e se la curiosità di trovare il tuo punto A può portarti a scoprire un nuovo modo di provare piacere, ben venga