Questa storia è stata scritta da Bunny P e la puoi leggere in originale qui.
Sono stata giovane una volta. Troppa timorosa per cedere ai miei desideri. Guardando indietro ora, mi chiedo come ho potuto resistere, ma, cosa ancora più interessante, come possa sentirmi così libera adesso da ritrovarmi a faccia in giù, con il sedere nudo per aria, pronta a ricevere ordini.
Abbiamo scelto un posto abbastanza lontano da casa per avere tutta la libertà che potevamo desiderare. È iniziato tutto con un messaggio che mi ha sempre fatto ridere, “Ti voglio ancora”. Quel giorno ho risposto: “Sto iniziando a crederti”. Per un po’ ho fatto finta che non significasse nulla, così da poterci dedicare a una conversazione informale e non doverci occupare di definire la nostra situazione indefinita.
“Avevo una cassaforte che ho riempito con tutti questi sentimenti e l’ho nascosta e tu l’hai appena tirata fuori e ora vorrei solo… non so.”
“Mi spiace ma non capisco, quale cassaforte?”
“Non importa, penso solo a te, a come sei.”
Abbiamo chattato di tanto in tanto per mesi e ho anche avuto il mio primo incontro di sesso online con lui. Mi ha mandato un messaggio in cui mi diceva come saremmo stati insieme di nuovo e sono riuscita a malapena a mantenere il mio contegno in ufficio, bagnata e desiderosa. Mi sono sentita drogata di quelle sensazioni per settimane.
Quando siamo arrivati, ricordo di aver pensato che non sarei dovuta venire, improvvisamente sopraffatta dal senso di colpa. Mi ha tolto i vestiti e ha toccato ogni singola parte di me, mi ha baciata ovunque. Mi ha leccata e sono venuta e le mie gambe non smettevano di tremare. Mi sentivo infantile mentre lui era così gentile, così appassionato e disposto a dare e prendere solo quello che io ero disposta a ricevere e donare.
Si è sdraiato sopra di me appoggiando il suo sesso proprio su di me. Volevo così tanto sentirlo dentro. Si è mosso su e giù contro il mio clitoride e io ho assecondato il movimento e mi sono mossa con lui nel missionario più sensuale e stupefacente di sempre. Lo sentivo duro e caldo contro di me, sul punto di entrare.
Mi ha preso le caviglie e le ha bloccate con le ginocchia in modo che non potessi muovermi. Ero completamente aperta e bagnata eppure lui si limitava a strofinarsi contro di me. Era cauto e e profondo e l’ho attirato verso di me. Sono venuta e l’ho tenuto stretto mentre lui si strusciava ancora più forte. Il mio corpo si è rilassato quando è venuto sulla mia pancia e mi chiederò sempre se quell’incontro gli sia piaciuto quanto a me.
Durante il viaggio di ritorno mi ha detto, con nonchalance: “Se mai mi chiedessi di fare l’amore con te, non ti direi di no, così ora lo sai.” Questo è successo anni fa.
Più recentemente sono andata a trovarlo e ho passato la notte con lui e la passione ci ha accompagnati fino al mattino. Avevamo condiviso alcune conversazioni sul sesso strano e ho scoperto che mi riesce meglio fantasticare che giocare. Ma oggi ho deciso di giocare.
È partito per mezza giornata dall’ufficio e quando è stato per tornare gli ho mandato un messaggio: “Sono la tua sottomessa, ogni tuo desiderio è un ordine. Ho portato due treppiedi. Puoi posizionarli dove vuoi quando arrivi. Mi troverai pronta a ricevere ordini.” Una volta mi aveva chiesto di registrarci ma ero intimidita all’idea di vedermi così. “Lo guarderemo e ci daremo di nuovo da fare, e poi lo cancelleremo immediatamente.” Oggi era il giorno in cui cadevano tutte le mie barriere.
Quando è arrivato ho sistemato i treppiedi alle estremità opposte del letto, lontani dalla vista l’uno dell’altro. Il mio telefono stava già registrando.
Non indossavo gli slip, il sedere per aria e la faccia in giù. “Mi piace questa cosa.” Mi ha baciato il sedere, si è tolto la maglietta, ha messo il telefono nell’altro treppiede e ha iniziato a registrare. “Resta lì, ferma e tranquilla e non venire finché non ti darò il permesso.”
Si è inginocchiato dietro di me e ha iniziato a leccarmi da dietro. Ero bagnata solo all’idea che lui mi trovasse in quella posizione. Si è alzato, ha fatto scivolare due dita dentro e le ha incurvate verso il mio punto G mentre mi stringeva i capezzoli. Ero bagnata e lui ansimava per l’eccitazione. Respiravo sempre più pesantemente e lui mi ha ricordato: “Non finché non ti avrò dato il permesso”.
Ho iniziato a fare respiri deliberatamente più profondi per rallentare l’esplosione che si stava creando attorno alle sue dita. Ha iniziato a baciarmi la nuca e a massaggiarmi il clitoride. Non sapevo come trattenere l’orgasmo e mi è sfuggito un gemito involontario. E a quel punto si è fermato e “Ooohh, brava. Tra poco ti ricompenseremo con più di quanto potrai sopportare. Ora tocca a me, voglio venirti in bocca.”
Si è tolto i pantaloni e sdraiato sul letto. Ho preso il suo sesso in mano, l’ho pompato su e giù e ho preso i suoi testicoli in bocca. L’ho baciato profondamente alla base e ho sorriso sentendolo irrigidirsi dal piacere. Potevo sentirmi gocciolare dal mio orgasmo irrisolto.
Mi sono fermata un attimo e ho appoggiato la testa sulla sua pancia. Lui ha riso un po’: “Lo so, piccola”. Ho baciato ancora i suoi testicoli e poi l’ho preso in bocca in tutta la sua lunghezza, sentendolo fino in gola, “OHHH”. Massaggiandogli i testicoli, gli ho succhiato la sommità e l’ho stuzzicato con piccoli morsi, facendolo impazzire. Poi, con un movimento ritmico su e giù e dentro e fuori, l’ho sentito venire incontro alla mia bocca.
Sentivo le sue cosce tese e sapevo che era vicino. Dentro e fuori, fin quanto permetteva la mia gola, alla fine mi è esploso in bocca. Ho risucchiato mentre mi sollevavo e ho premuto con forza la mia lingua contro di lui mentre scendevo. Mi ha preso una guancia con una mano e ho capito che ne aveva avuto abbastanza. Ho continuato ancora un po’ per torturarlo dolcemente. Poi ho deglutito e mi sono avvicinata a lui.
“Oooh piccola, paradiso!” Poi si è messo a ridere. “Sai, in realtà non so niente di questa cosa della sottomissione. Mi sono semplicemente eccitato a vederti così, ma mi informerà in modo da avere qualche desiderio pronto per te per la prossima volta. “
Si è alzato per togliere il telefono dal treppiede e abbiamo iniziato a guardare. Ero sdraiata accanto a lui con la gamba sopra la sua e lui mi ha messo la mano sul suo sesso e mi ha detto: “Sono in debito con te”. Ha rimesso il telefono sul treppiede e mi ha fatto sdraiare sulla schiena. Inginocchiandosi tra le mie gambe con il suo sesso pronto ad entrare, si è mosso su e giù. Ho spinto i fianchi verso di lui con impazienza.
Ha preso le mie caviglie e le ha infilate sotto le ginocchia per tenermi ferma. Ha infilato il sesso fino in fondo e così forte che ho dovuto riprendere fiato. Ha portato tutto il suo peso su di me. Si è dondolato deliberatamente dentro di me e io mi sono stretta più forte mentre raggiungevo l’orgasmo. L’urlo che ho trattenuto si è riverberato in tutto il mio corpo.
Ha rallentato appena un po’, poi mi ha allargato le gambe e ha inziato a spingersi in me con colpi forti e veloci. Ho sollevato i fianchi verso di lui per poter sentire quelle spinte sul clitoride mentre venivo una seconda volta. L’ho lasciato andare, ho preso il cuscino e ci ho urlato dentro. Non sapevo di essere una che urlava fino a quel momento.