Una recensione che, come sempre, viene da voi. Ecco la storia di ‘Luisa’ e del suo primo incontro con ORA 3.
Sono una donna di mezza età ma questa definizione, anche se mi descrive anagraficamente, non rende un’immagine accurata di me.
Uno si immagina una donna di mezza età come una persona con i capelli tinti, i figli adolescenti e un lavoro stabile. Io non ho niente di tutto questo: i capelli non me li tingo, i figli non ce li ho, e il lavoro stabile tanto meno.
Ultimamente però il lavoro, pur rimanendo abbastanza precario, mi sta dando notevoli soddisfazioni, soprattutto economiche e mi sto concedendo qualche lusso in più. Uno su tutti? Beh, non sarà difficile immaginare di cosa si tratta visto che ci troviamo tra le pagine di questo blog. Sì, i sex toy di LELO. Che ho scoperto per caso e che non ho più abbandonato.
Ne ho una piccola collezione ma, come tutti, ho i miei preferiti. E uno di questi è proprio ORA 2. ORA 2 è un sex toy che amo tantissimo, non solo perché è bello usarlo da sola, ma perché è il giocattolo erotico perfetto secondo me. Lo tiri fuori a un certo punto della serata e nessun uomo si sente mai minacciato da un oggetto che assomiglia decisamente di più a un posacenere che a un membro maschile. Lo accendono, lo osservano, si divertono, lo appoggiano su di me, e capiscono. Capiscono un sacco di cose.
Capiscono quanto poco basti a far star bene una donna, capiscono l’importanza del tocco e delle pressione, del ritmo, dell’andare e tornare, passare e ripassare. Ripassare soprattutto. Insomma, come tutti i giochi veramente validi, è un gioco istruttivo.
Ora, ti puoi immaginare il mio sgomento quando ho scoperto che del mio aggeggio preferito esisteva una versione avanzata, ORA 3. Che, chiaramente, prometteva di essere meglio.
Ho resistito, per un po’ ho resistito, ho aspettato la recensione che mettesse fine alla mia attesa, che dicesse che ORA 3 non era altro che un impostore, che in realtà la versione 2 era molto meglio, ma quando ho capito che la mia era un’attesa inutile o molto lunga, la curiosità ha avuto la meglio.
Ho acquistato ORA 3 e, quando è arrivato, l’ho osservato a lungo con trepidazione. È leggermente più grande di ORA 2 e la sporgenza che ruota, sporge e ruota decisamente di più. Quindi le premesse c’erano tutte.
L’ho proposto al mio uomo del momento, che è il mio uomo del momento da un po’, e che già conosce ORA 2 e come mi piace usarlo. Credo che l’errore che abbiamo fatto entrambi all’inizio sia stato quello di considerarlo un surrogato di ORA 2, ovvero di usare due oggetti fondamentalmente diversi come se fossero uguali.
Il mio uomo, chiamiamolo Marco, mi ha appoggiato ORA 3 sul clitoride e… è stato tutto sbagliato. La punta più sporgente risultava troppo sporgente per il mio sensibilissimo clitoride, la carezza più intensa non mi appagava ma, al contrario, mi irritava. Persino il mio uomo, quella sera, sembrava non azzeccarne una, né con quello che faceva, né con quello che diceva. Abbiamo spento ORA 3, provato a fare l’amore, è andata male anche quello e ci siamo addormentati dandoci le spalle.
Il mattino dopo non mi capacitavo. Non riuscivo a creder che a. Avevo speso tutti quei soldi per un oggetto che su di me non aveva nessun effetto; b. Che la nuova versione di ORA 2 fosse così sensibilmente diversa dal suo precedente quando la loro forma era, si può dire, identica.
Vabbé, poco male, non era una tragedia ovviamente, e più le ore passavano e più il mio disappunto si attutiva. Ero autorizzata anche io a prendere una fregatura ogni tanto. E il fatto che non funzionasse per me non voleva dire ovviamente che l’oggetto fosse un impostore per tutti. Magari c’erano donne alle quali ORA 3 dava esattamente lo stesso piacere che ORA 2 dava a me.
Come per confermarmi che la magia di ORA 2 era tutta lì, intatta, mi sono messa su un film porno alle 11 di mattina (era sabato), ho spento le notifiche sul telefono, e mi sono piazzata sul letto con il mio toy preferito. E allora è successa una cosa terribile, era come se ORA 2 non fosse più lo stesso, perché ormai la mia percezione era inficiata dall’aver provato ORA 3 la sera prima: niente mi sembrava più abbastanza a confronto con la punta più sporgente e la bocca più ampia di ORA 3. Però ormai eccitata ero eccitata e allora ho deciso di dare un’altra chance a ORA 3, e questa volta da sola. Ed è stato tutto diverso, perché non avevo aspettative. La sporgenza continuava ad essere troppo sporgente per me, ma è bastato appoggiare l’oggetto un po’ più in basso per provare sensazioni completamente nuove e altrettanto piacevoli, la bocca più ampia si adattava benissimo alla nuova posizione e la ‘lingua’ arrivava a lambirmi in zone che, indirettamente, andavano a risuonare nel clitoride. O che comunque erano altrettanto piacevoli.
Ho avuto un primo orgasmo così, lentissimo e lunghissimo che mi ha lasciato spossata. A quel punto, ho provato di nuovo il mio amato ORA 2 e, sarà stata la mia disposizione d’animo super positiva, sarà stato il fatto che il mio corpo era già stato scaldato da tutto l’esercizio precedente, fatto sta che ho ritrovato l’intesa anche con ORA 2.
Morale della favola? Mai avere aspettative e mai giudicare un sex toy al primo utilizzo!