Il grande bagno ha due lavandini, un’ampia doccia e una vasca circolare. Hanno scelto con cura tutti i pezzi, deciso per il pavimento in legno, anche se destinato a un inevitabile logoramento, e abolito le fredde mattonelle alle pareti, sostituendole con uno smalto dai colori neutri. E ogni volta che esce dalla doccia e appoggia i piedi sul legno caldo, ogni volta che si immergono abbracciati nella vasca, si dà una figurativa pacca sulla spalla: ‘Ben fatto, amico mio, è stata proprio la scelta giusta.’
Lo pensa anche oggi, quando apre lo sportello circolare della doccia, imperlato di gocce d’acqua, e appoggia i piedi sul tappeto morbido. Inizia ad asciugarsi meticolosamente, mentre il grande specchio di fronte a lui gli rimanda la sua immagine. Il suo corpo è tonico e muscoloso, alto quanto basta per non essere basso, il suo membro è eretto, non sa bene perché. La sente muoversi in camera da letto, canticchiare leggera sopra una canzone che viene dallo stereo acceso in salotto, le luci della città ammiccano dietro le finestre buie. È felice, forse è per questo che è eccitato. Quello che lo rende felice non è il successo professionale, che pure arride a entrambi, ma la relazione che ha con lei che sembra diventare sempre più bella con gli anni che passano. Sono sempre più intimi, sempre più impastati l’uno con l’altra, sempre più complici e sicuri del reciproco amore.
Adesso, per esempio, la sua felicità è aumentata in maniera esponenziale dal fatto di sentire la voce vagamente stonata di lei provenire dalla camera da letto. Sapere che gli basterà attraversare la porta del bagno per vederla: la donna più bella del mondo, nella sua camera, a portata di mano. Abbandona l’asciugamano per terra, infila un accappatoio a nascondere l’eccitazione che sembra non voler scemare, e varca la soglia. Lei è seduta davanti allo specchio del mobile da toilette dove troneggiano tutti i suoi filtri di bellezza, come li chiama lui, e si sta spruzzando il viso.
‘Là!’ dice sentendolo, più che vedendolo entrare. ‘Il tocco finale.’
Si volta verso di lui:
‘Che ne dici?’
È incantevole come al solito, più del solito. Indossa un abito da sera che le fascia il corpo divino mentre un paio di labbra vermiglie spiccano sul viso impallidito ad arte dal trucco. Lui sente una contrazione di piacere laggiù, all’altezza del suo sesso che, a questo punto, è completamente, prepotentemente eretto. Si avvicina lentamente verso di lei, come un cane in cerca di carezze. Il suo membro spunta un po’ incongruo dall’asciugamano soffice, sfiora la pelle fresca di lei. Lei solleva uno sguardo di rimprovero che ha una luce maliziosa nel fondo: non è il momento di giocare, è il momento di andarsi a vestire. Lo sa anche lui e con un lieve sospiro si dirige verso l’armadio, mentre lei si alza e lo segue: deve scegliere gli accessori, la borsetta da abbinare, uno scialle per coprirsi le spalle.
La sua vestizione, ovviamente, è molto più breve. Costringe l’erezione in un paio di slip, infila la camicia bianca, sistema i gemelli, indossa i pantaloni, la cintura. La cravatta.
Lei gli passa accanto, allunga una mano verso lo scompartimento delle borse.
‘La blu o la rossa?’
La sua eccitazione non vuole scemare nei pantaloni e sta diventando fastidiosa. La vicinanza di lei non l’aiuta.
‘La rossa’, dice distrattamente.
Armeggia con le estremità della cravatta, le gira una sopra l’altra, le avvolge, le interseca… ma il nodo è troppo stretto. Lei continua a valutare la propria immagine allo specchio, accostando ora una borsa, ora l’altra alla stoffa del vestito. Lui non può fare a meno di guardarla. Il vestito le lascia scoperta buona parte della schiena e i suoi occhi seguono la curva gentile della sua spina dorsale fino a che non viene inghiottita dalla seta. Una fila di bottoncini guida lo sguardo di lui fino al sedere. È avvolto nella seta pesante che le modella i fianchi, mentre uno spacco ardito rivela una piccola porzione della sua gamba. Per un istante i loro occhi si incrociano nello specchio e il suo membro ha un altro sussulto di desiderio. Vorrebbe infilare una mano in quello spacco fino a raggiungere la sua carne fresca, fare risalire le dita fino a trovare la sua pelle umida. Sollevarle il vestito e spingerla sul letto e prenderla da dietro, affondare le mani in quell’acconciatura perfetta mentre il trucco sbava sulla coperta.
Leggi anche: Racconti lesbo – Sogno di una notte di mezza estate
Invece ha un altro moto di frustrazione e disfa l’ennesimo nodo. Lei ride. Non ha staccato gli occhi da lui (chissà cosa ci ha visto), e adesso gli si avvicina. Pericolosamente. Allunga le mani e lui sente la stoffa della cravatta tendersi attorno al suo collo. Non resiste, fa per baciarla, ma lei si ritrae veloce.
‘Sei matto? Ci ho messo un’ora a mettere il rossetto!’
Allora lui riprende un atteggiamento composto, abbandona le mani a fianco del corpo, trattiene il fiato. Lei si avvicina ancora di più: riesce a sentire il suo profumo e il rumore del suo respiro che si affanna sempre un po’ quando si concentra, il fruscio della stoffa tra le sue dita. Vorrebbe toccarla, stringerla, affondare le dita nella sua carne, ma gli appare come una caramella incartata. Le parti più desiderabili del suo corpo sono avvolte nel vestito, i suoi capelli sono raccolti, perfino le sue labbra sono rese inaccessibili dal rossetto. Lei dà un piccolo strattone alla cravatta.
‘Voilà’
Lui tasta il nodo con la mano, sembra perfetto. Lei segue la silhouette della cravatta, come per assicurarsi che cada bene sulla stoffa della camicia. Le sue dita leggere gli percorrono il petto, poi lo stomaco, il suo sesso ha un altro guizzo di entusiasmo. La cravatta deve essere finita, ma la mano di lei non si ferma. Supera il promontorio della fibbia della cintura, si insinua nell’apertura della cerniera, afferra la zip e la trascina verso il basso. Lui e il suo membro non ci possono ancora credere, finché finalmente lei lo raggiunge dentro i pantaloni, oltre gli slip, avvolge con la sua mano calda il suo pene super eccitato, lo porta fuori dai pantaloni.
‘Mi dovrò rimettere il rossetto’. Dice con un sorriso prima di accoccolarsi ai suoi piedi.