L’orgasmo femminile è uno dei fenomeni meno conosciuti della sessualità umana ed è proprio il suo essere tuttora così misterioso a renderlo ancora più affascinante. L’uomo, nella maggioranza dei casi, non ha difficoltà a raggiungere il piacere, quando si tratta della donna invece, la situazione è più incerta ma, forse proprio per questo, più intrigante.
La manifestazione dell’orgasmo è molto diversa: ci sono donne che soffrono di anorgasmia e quindi non raggiungono mai il piacere o non sempre, e donne che provano sensazioni così intense da perdere i sensi. C’è chi raggiunge l’apice solo con la stimolazione del clitoride e chi prova orgasmi multipli.
E la cosa bella è che più donne possono convivere all’interno della stessa: una donna che soffre di anorgasmia secondaria (anorgasmia che si manifesta solo in determinate situazioni) può, attraverso la masturbazione e l’uso di un vibratore o semplicemente l’incontro con un partner diverso riuscire a raggiungere l’orgasmo. Una donna abituata a un piacere medio può raggiungere le vette della ‘petite mort’ in una situazione particolarmente coinvolgente… quando ci si addentra nel labirinto del piacere femminile, le certezze non esistono.
Ma un po’ di trucchi e la conoscenza del nostro corpo e di alcuni meccanismi ci possono aiutare nella ricerca del piacere.
1. L’orgasmo femminile. Che cos’è?
2. La petite mort
3. Il processo dell’orgasmo femminile
4. Quanti orgasmi posso avere
5 Le manifestazioni dell’orgasmo femminile
6. I tipi di orgasmo femminile
7. Altri modi di raggiungere l’orgasmo
8. Perché non raggiungo l’orgasmo
9. Fingere l’orgasmo: pro e contro
10. Come faccio a raggiungere l’orgasmo
11. Posso provare un orgasmo simultaneo
12. Il mezzo e il fine
1. L’orgasmo femminile. Che cos’è?
L’orgasmo è l’esplosione di piacere più intensa che il corpo umano possa sperimentare a seguito di una stimolazione sessuale, fisica o mentale, e si manifesta con la contrazione ritmica dei muscoli pelvici.
Il climax, o orgasmo femminile, può variare da un breve momento di piacere a una sensazione così intensa da provocare lo svenimento. Ma poiché al suo verificarsi non corrisponde una manifestazione evidente come l’eiaculazione maschile, è stato spesso ignorato. E poi subordinato alla necessità di essere raggiunto attraverso la penetrazione.
La donna si trova di fronte a un fenomeno misterioso che, in un’epoca in cui si può spiegare praticamente tutto, misterioso rimane.
2. La ‘petite mort’
Il significato dell’orgasmo è cambiato attraverso i secoli, basti pensare che per lungo tempo è stato considerato la cura ideale per una malattia, l’isteria, che si credeva legata a un malfunzionamento dell’utero. Sembrava anche essere un fenomeno completamente slegato dalla riproduzione, diversamente da quello maschile, mentre studi recenti contrastano questa teoria. I francesi poi lo definiscono la ‘piccola morte’, a indicare la perdita momentanea di conoscenza che può accompagnare questo fenomeno. L’orgasmo femminile può davvero raggiungere intensità vertiginose.
Ma come avviene un orgasmo?
3. Il processo dell’orgasmo femminile
Se hai visto la fortunata serie tv ‘Masters of Sex’, conoscerai i nomi di Virginia Johnson e William Master, due medici statunitensi che sono stati i primi, a partire dalla fine degli anni ’50, a cercare di codificare le varie fasi dell’orgasmo femminile in quello che hanno chiamato ‘Ciclo della risposta sessuale umana’. Secondo la loro teorizzazione, queste fasi corrispondono a:
Eccitazione
È caratterizzata da un aumento delle dimensioni del clitoride, delle piccole labbra, della vagina e dei muscoli che la circondano, e dell’utero. In questa fase, la cui durata può variare da pochi minuti a, addirittura, ore, i capezzoli si induriscono, il seno aumenta di dimensioni e le pareti vaginali rilasciano più fluido. Lo sfintere anale è suscettibile di contrazioni, che possono ripetersi e prolungarsi anche durante l’orgasmo.
Tutto questo succede perché il nostro sistema nervoso autonomo ha aumentato la pressione sanguigna incrementandone il flusso verso i tessuti.
Plateau
Il clitoride si trasforma nel nostro organo più sensibile e le ghiandole di Bartolini, anche conosciute come ghiandole vestibolari maggiori – situate ai lati dell’apertura vaginale – producono abbondante lubrificazione. Un terzo dei tessuti della vagina si gonfia, ma il diametro di ingresso si riduce a causa della tensione del muscolo pubococcigeo.
Questa è la fase di massima eccitazione, che Masters e Johnson chiamano ‘plateau’: le nostre sensazioni raggiungono un’intensità massima nel punto di non ritorno che precede l’orgasmo.
L’orgasmo femminile
La sensazione dell’orgasmo varia estremamente da donna a donna. E non ci riferiamo ai diversi tipi di orgasmo ma al fatto che ogni donna può provare un orgasmo di intensità variabile, a seconda della situazione in cui si trova, del livello di eccitazione che ha raggiunto, di quanto è stimolata mentalmente, di quanto sono stati lunghi i preliminari… è difficile stabilire cosa succede in questa fase a livello generale, genericamente assistiamo a un incremento di lubrificazione e di tensione delle pareti vaginali e alla contrazione ritmica dei muscoli che circondano la vagina.
Risoluzione
La fase della risoluzione o post orgasmica, è quella nella quale i nostri muscoli si rilassano e la pressione sanguigna decade. La sensazione sonnolenta di piacere non è appannaggio esclusivamente maschile, anche noi la sentiamo. E possiamo avere anche un periodo refrattario, così come orgasmi multipli. In questo caso, la situazione cambia moltissimo da donna a donna: ci sono donne che, se hanno raggiunto il piacere attraverso la stimolazione clitoridea, poi non sopportano ulteriori carezze in quest’area (e quindi, volendo continuare sulla strada degli orgasmi multipli, occorre provare a stimolare un’altra zona erogena) e donne che invece, superato il fastidio iniziale, riescono a godere teoricamente all’infinito. Come al solito, non esiste una regola generale, la situazione cambia moltissimo da donna a donna.
4. Quanti orgasmi posso avere?
Innanzitutto va detto che il piacere non è una gara. E, come immaginerai, quantità non significa qualità.
Detto questo, puoi avere un:
Orgasmo unico
Che tu raggiunga il climax con la stimolazione vaginale o clitoridea, o in un altro modo ancora (vedi più avanti) il risultato può essere un orgasmo ‘solo’. Ovviamente, come dicevamo, l’intensità di tale orgasmo può variare da persona a persona, da momento a momento. Un orgasmo unico può essere altrettanto appagante o anche più di una serie di orgasmi multipli. Di nuovo, quantità non vuol dire qualità.
Orgasmi multipli
Può accadere che mentre state facendo l’amore provi un primo orgasmo, ma siccome lui non ha ancora raggiunto il massimo piacere, non vi fermate e tu ne provi un altro e (magari) un altro ancora. Oppure sei da sola (o insieme a lui) e ti stai accarezzando. Raggiungi l’orgasmo e a questo punto scegli, in base alla tua esperienza, due alternative opposte:
- dopo una piccola pausa, ricominci a stimolarti e ti ritrovi a raggiungere l’orgasmo di nuovo, in brevissimo tempo e poi ancora e ancora, con un intervallo di tempo praticamente inesistente e una progressione teoricamente infinita;
- oppure decidi di cambiare il tipo di stimolazione e la zona erogena a cui dedichi la tua attenzione.
Gli orgasmi multipli non sono una prerogativa femminile, anche gli uomini possono averli ma è indubbiamente più semplice per una donna, proprio perché la donna non sperimenta il periodo refrattario e teoricamente (e praticamente!) è in grado di ricominciare subito da capo.
Ma c’è di più: la maggior parte delle donne è multiorgasmica. Quindi, la prossima volta che raggiungi il massimo piacere, prova a non cedere a quel pur tanto dolce momento di abbandono, sii avida, esplora il tuo corpo, prova a superare un piccolo fastidio iniziale e ci sono ottime probabilità che verrai ricompensata con una serie di picchi di piacere consecutivi.
Vale la pena impegnarsi!
5. Le manifestazioni dell’orgasmo femminile
Anche qui, rispetto alla reazione standard dell’uomo (eiaculazione), la realtà femminile si dimostra decisamente più varia.
Iniziamo con il dire che non esiste una manifestazione inequivocabile del raggiunto orgasmo femminile, o per lo meno, non nella maggior parte dei casi. Ed è proprio da questo che scaturisce il dubbio amletico dell’uomo che non può mai essere certo che la sua compagna abbia davvero toccato il cielo con un dito e quello, altrettanto assillante, della donna che di fronte alla performance decisamente lodevole del suo lui (specie se il suo lui è un amante di fresca acquisizione) e alla chiara consapevolezza che, nonostante la lodevole performance, l’orgasmo è ben lungi dall’essere in vista, si domanda se sia il caso di fingere o ammettere la verità (vedi più avanti).
Quindi sì, ci sono donne che urlano, donne che arrossiscono, donne che piangono e, ne siamo sicure, esiste un elenco di indizi da far impallidire un’enciclopedia, ma non esiste un particolare chiaro e imprescindibile che garantisca l’avvenuto climax. A meno che…
L’eiaculazione femminile (aka ‘squirting’)
Alcune donne hanno la capacità di produrre un liquido in seguito a quello che viene definito orgasmo da punto G.
O meglio, in seguito a una stimolazione molto intensa della parete frontale della vagina, in quella zona che viene, per mancanza di un termine migliore, definita punto G, alcune donne provano un orgasmo molto intenso che dà origine alla fuoriuscita di un liquido trasparente, incolore e inodore, probabilmente prodotto dalle ghiandole di Skene. Le donne che sono in grado di eiaculare, riferiscono di provare un piacere straordinario quando succede.
Ecco, in quel caso, l’uomo può essere davvero sicuro che la donna abbia raggiunto il massimo appagamento. 😉
6. I tipi di orgasmo femminile
Proprio perché l’orgasmo femminile è una creatura così ineffabile, se ne può dire un po’ tutto e il contrario di tutto e negli anni si sono versati fiumi d’inchiostro per definirne modi, tipologie, categorie.
Risale nientepopodimeno che a Sigmund Freud una distinzione ancora usata tra orgasmo clitorideo e vaginale. Il primo, secondo Freud, sarebbe un orgasmo più acerbo, appannaggio delle giovani donne ancora sessualmente immature, mentre una prova di essere passate all’età adulta sarebbe il raggiungimento di un orgasmo vaginale, ovvero un orgasmo ottenuto attraverso la penetrazione. Ma questa teoria è stata messa in discussione in tempi relativamente recenti, quando ci si è resi conto che l’orgasmo durante il rapporto è decisamente più difficile da provare per una buona parte delle donne (probabilmente la maggioranza). E che una buona parte di questa maggioranza addirittura non lo raggiunge mai durante l’amore.
Si è poi fatta strada l’idea che l’orgasmo sia in realtà uno solo, sia da ricondurre sempre alla stimolazione, diretta o indiretta, del clitoride, e che cambi semplicemente il modo in cui viene innescato, a seconda della zona erogena che viene stimolata.
È seguendo questo criterio che distinguiamo l’orgasmo femminile in:
Orgasmo clitorideo
Il clitoride è un organo meraviglioso, le cui ramificazioni sono ben più ampie di quel piccolo bottone che vediamo esternamente e si propagano ai lati delle piccole labbra. Per questo, oggi, si tende a far risalire l’origine dell’orgasmo, anche di quello cosiddetto vaginale, al clitoride. Si pensa infatti che le pareti della vagina, non essendo dotate di terminazioni nervose, non possano trasmettere sensazioni. Mentre la stimolazione del cosiddetto punto G viene fatta coincidere con una stimolazione indiretta del clitoride appunto.
L’orgasmo che si genera dalla stimolazione diretta del clitoride è il più comune, anche se è evidente che tutta la vulva è una delle zone erogene primarie.
L’orgasmo da ‘punto’ G
Esiste poi un orgasmo generato dalla stimolazione di quello che, tradizionalmente, chiamiamo punto G ma che in effetti più che a un punto corrisponde a un’intera zona, la zona CUV (clito-uretro-vaginale).
Un’area posta sulla parete frontale della vagina, che risulta leggermente rugosa al tatto e che può essere stimolata con le dita, ripiegandole su se stesse come quando vuoi dire ‘vieni qui’, con un dildo o un vibratore (ne esistono alcuni appositi per la stimolazione di questa zona, che riproducono proprio questo movimento peculiare delle dita) e, evidentemente, con il pene dell’uomo (e in questo caso ci sono delle posizioni che sono più indicate di altre).
Secondo le teorie più recenti, anche l’orgasmo generato dalla stimolazione della zona CUV è da farsi risalire al clitoride: la stimolazione di questa zona risulterebbe in una stimolazione indiretta del clitoride attraverso le sue radici.
L’orgasmo vaginale
Non sta a noi dire se esista o non esista. Certo è che le pareti della vagina non sono dotate di particolari terminazioni nervose e le toerie più recenti contrastano questa definizione.
Orgasmo doppio, misto, combinato
Esistono donne che riferiscono di raggiungere un piacere sublime grazie alla stimolazione contemporanea di clitoride e zona CUV. Non per niente esistono i vibratori rabbit, che proprio a questo scopo sono creati.
Un orgasmo di questo tipo è difficile da descrivere, risulta estremamente pervasivo e spesso è accompagnato da spasmi in tutto il corpo.
Orgasmi multipli
Ci sono donne che non hanno ‘bisogno’ del periodo refrattario. Così come ci sono donne che, in alcune situazioni, son così eccitate dopo aver provato l’orgasmo che chiedono ulteriore stimolazione. E, se per gli uomini gli orgasmi multipli sono difficilmente raggiungibili, per le donne non è poi così complesso. Spesso basta superare un primo attimo di fastidio, modulare il tipo di stimolazione e si inizieranno a provare una serie di orgasmi concatenati con minima stimolazione.
Come dicevamo… continua a cercare!
Orgasmo espanso o del corpo intero
La ricercatrice Patricia Taylor ha coniato questo termine nel 1995 per riferirsi a quegli orgasmi che comportano contrazioni dell’addome, dei muscoli e una sensazione di piacere totale che supera quella dell’orgasmo normale.
7. Altri modi di raggiungere l’orgasmo
Non tutto si origina nel clitoride o nella vulva. Di fatto, la fonte degli orgasmi femminili risiede nella nostra mente che risponde a una stimolazione fisica. Per questo la relazione con il partner è così importante, così come le nostre passate esperienze e non solo la nostra conformazione fisica.
Ma la stimolazione fisica può essere di molti tipi.
L’orgasmo anale
Esiste. Per le donne e per gli uomini. E se negli uomini attraverso la stimolazione anale si raggiunge la prostata, una delle zone erogene più potenti della fisiologia maschile, per le donne il piacere è legato al fatto che l’ano è una zona super ricca di terminazioni nervose e come tale risponde alla stimolazione inviando segnali di piacere al cervello.
Il piacere fisico, sommato all’eccitazione mentale che una pratica tabù come il sesso anale genera in noi, produce l’orgasmo.
La stimolazione dei capezzoli
Sì, esistono anche donne che raggiungono l’orgasmo attraverso la stimolazione dei capezzoli.
E se prima le fortunate che riferivano questo fenomeno venivano un po’ viste come delle mitomani, uno studio del 2013 ha finalmente dimostrato che le aree del cervello attivate dalla stimolazione dei capezzoli sono le stesse che vengono attivate dalla stimolazione del clitoride. Non per niente le dimensioni dei capezzoli aumentano del 25% durante l’amore.
Stimolazione profonda: deep spot e fisting
Ci sono donne che riportano di aver provato un orgasmo in seguito alla stimolazione ripetuta di una zona situata in prossimità del collo dell’utero con le dita, il pene o con un sex toy.
Ma attenzione, non tutte le donne gradiscono questo tipo di stimolazione e molte la trovano addirittura dolorosa.
Altro discorso per il fisting, pratica che consiste nell’inserire gradualmente un dito dopo l’altro dentro la vagina, fino ad arrivare a entrare con l’intero pugno (fist in inglese).
Si tratta di una pratica di sesso estremo, che va effettuata nelle migliori condizioni igieniche (quindi indossando un guanto di lattice e usando grandi quantità di lubrificante) e che presuppone una notevole predisposizione fisica. Da non provare a casa, a meno che tu non sia un’esperta in materia.
Il potere della mente
E poi sì, ci sono quegli orgasmi in cui l’eccitazione mentale è tale da essere in grado di innescare da sola la risposta orgasmica. Può essere la lettura di un racconto erotico, può essere l’atto di regalare piacere al partner attraverso il sesso orale, può essere uno sguardo o un tono di voce in una situazione particolarmente intrigante.
8. Perché non raggiungo l’orgasmo?
Esistono vari tipi di problematiche legate all’incapacità di raggiungere l’orgasmo, spesso o sempre. Un tempo si parlava di frigidità quando la donna non si eccitava sessualmente ma oggi si tende a sostituire questa parola, legata a una connotazione negativa e troppo generica, con termini più specifici, come:
Anedonia
È una generica incapacità di provare piacere, non solo in seguito a stimoli di tipo sessuale, ma in contesti più generici, come mangiare, dormire, ascoltare la musica. L’anedonia è spesso considerata la spia di altre malattie, in genere di natura mentale, come la depressione.
Anorgasmia
Indica l’incapacità di raggiungere l’orgasmo (quindi non quella di provare piacere) e può essere primaria, quando è presente da sempre, o secondaria, quando sopravviene in un secondo momento (spesso a seguito di un evento traumatico). Può inoltre essere generalizzata, quando non si raggiunge mai l’orgasmo, o situazionale, quando non si raggiunge in determinati modi o situazioni, o con un determinato partner.
Possiamo affermare con una certa sicurezza che la maggior parte delle donne soffrono o hanno sofferto di anorgasmia situazionale, se è vero che la maggior parte delle donne raggiunge l’orgasmo per lo più attraverso la stimolazione clitoridea.
Disordine ipoattivo del desiderio sessule
Si verifica quando il nostro desiderio sessuale cala a livelli patologici e non siamo più in grado di rispondere alla stimolazione fisica del partner. È una patologia spesso legata all’uso di medicinali, a fasi della vita, magari dolorose o di cambiamento (come la menopausa, per esempio).
Cefalea coitale
Esiste poi la cefalea coitale, che consiste nel provare un forte mal di testa quando si raggiunge il climax, per cui, come forma di difesa, si evita di ritrovarsi nella stessa situazione.
9. Fingere l’orgasmo: pro e contro
Su questo argomento esistono teorie varie e contrastanti.
C’è chi dice: assolutamente no. È fuorviante per il partner, è ‘comodo’ per la donna che si accontenta di restare in una zona di comfort senza esporsi all’arduo cammino della ricerca.
C’è chi dice ‘fake it, till you make it’, a forza di fingerlo proverai quello vero. I suoni e i movimenti prodotti per simulare un orgasmo possono essere eccitanti, non solo per l’uomo, ma anche per la donna. Che può così auto convincersi di raggiungere il piacere e fingi che ti fingi, raggiungerlo davvero.
Noi, come al solito, pensiamo che ‘in medio stat virtus’.
Fingerlo regolarmente, specie quando si è giovani e inesperti e, probabilmente, si è insieme a un partner altrettanto acerbo, può contribuire a diffondere un’idea molto sbagliata del piacere femminile che impedisce all’uomo di rendersi conto della sua complessità. E relega la donna in una terra di mezzo dove indubbiamente il piacere esiste (l’orgasmo è solo la parte finale di un percorso di godimento e ci sono intere filosofie e modi di fare l’amore che si basano addirittura sulla sua negazione) ma dove si rinuncia o si ritarda il raggiungimento dell’appagamento finale.
Fingerlo in alcune situazioni, quando magari si è con un partner nuovo che non ci conosce ancora abbastanza, fingerlo per porre fine a una sessione che ci risulta estenuante, fingerlo per eccitarci e eccitare lui, come parte di un gioco erotico… sono situazioni da valutare ogni volta.
L’importante è che l’uomo sia ben consapevole del fatto che la realtà è molto diversa dai film porno e che il mito della donna che gode con la sola penetrazione è da sfatare. La maggior parte delle donne raggiunge l’orgasmo grazie alla stimolazione con le mani e con la bocca (e con un sex toy), molto più che con la penetrazione.
Detto questo:
10. Come faccio a raggiungere l’orgasmo?
Cominciamo con il dire che la domanda giusta da porsi è: come posso sfruttare al massimo la mia sessualità? Che cosa posso aggiungere alla mia esperienza erotica che aumenti il mio piacere?
Allenati
Qui non è come per il punto G o l’orgasmo vaginale: gli esercizi per il pavimento pelvico, quando necessari, sono validi per tutte le donne (e gli uomini) per aumentare il desiderio e la capacità di provare piacere, è scientificamente provato.
Ma attenzione, gli esercizi vanno fatti solo dietro suggerimento medico e dopo un’attenta valutazione dello stato di salute del pavimento pelvico perché altrimenti possono avere effetti contrari a quelli sperati.
Masturbati
Il 90% delle donne si masturba, ma questo numero dovrebbe salire al 100% delle donne che vogliono raggiungere il massimo piacere sessuale. Perché, come abbiamo ripetuto più volte, masturbarsi è il modo migliore di conoscere il proprio corpo e il proprio modo di raggiungere il piacere.
La masturbazione è il modo migliore per provare i nostri primi orgasmi, specie quando siamo all’inizio del percorso di conscenza del nostro corpo. Con questo non vogliamo dire che lo scopo principale della masturbazione sia provare l’orgasmo: l’autoerotismo serve a farci stare bene. Il fatto che in questo modo conosci te stessa e, quindi, ti rendi più conoscibile da parte degli altri, è solo un meraviglioso effetto secondario,
Gioca con i tuoi toy
Sono i più fedeli alleati del piacere femminile. Specie se la donna fatica a raggiungere l’orgasmo con il partner. Un vibratore non è un sostituto del pene, ma è altrettanto bravo a procurarti piacere. Ce ne sono di tutti i tipi, le dimensioni, i colori, per tutte le esigenze. Provare per credere.
Cunnilingus
È il metodo che la maggior parte delle donne reputa come il più semplice per raggiungere il massimo piacere: la lingua ha una delicatezza e una sensibilità che nessuna mano e nessun pene potrà mai avere. In più è calda e umida. Cosa vuoi di più?
In realtà, se vuoi di più, puoi sempre provare con un vibratore per il punto G in contemporanea e andare alla ricerca di quel famoso orgasmo misto di cui sopra.
Il rapporto sessuale
È sicuramente il metodo meno affidabile per provare un orgasmo, ma vuoi mettere l’intimità che si crea in quel momento? Vuoi mettere il miraggio di riuscire, magari non ogni volta, magari non la maggior parte delle volte, ma insomma, almeno ogni tanto, a raggiungere il settimo cielo nello stesso momento?
Ecco quindi qualche piccolo trucco per rendere il rapporto sessuale il più possibile efficace per procurare il massimo piacere (anche) a te:
- Cominciate solo quando tu sei molto (mooolto) eccitata, possibilmente hai già provato un orgasmo o sei vicina a provarlo;
- Scegliete le posizioni che più sono suscettibili di stimolare le tue zone erogene preferite: il clitoride, la zona CUV, i capezzoli, le orecchie…
- Usate le dita o un vibratore per la coppia in contemporanea, sempre per quell’idea di stimolare le zone più affidabili per il piacere, o magari più zone contemporaneamente
- Usate il cervello, stimolate quest’area potentemente erogena con parole, fantasie, suoni, giochi erotici…
11. Posso provare un orgasmo simultaneo?
Questo nessuno lo può sapere.
Indubbiamente esistono dei modi per facilitarlo. Come usare un anello vibrante per il pene che aumenta le sensazioni di lei e rende lui più prestante e resistente, o usare alcuni sex toy per la coppia che vibrano all’interno della vagina e aumentano anche le sensazioni di lui.
12. Il mezzo, il fine e il ‘pleasure gap’
L’orgasmo è un mezzo di piacere, non il fine. Detto in altre parole, non facciamo l’amore per provare l’orgasmo. L’orgasmo è un fantastico effetto secondario che arriva quando il nostro fare l’amore è particolarmente piacevole (anche quando lo facciamo da sole, con noi stesse). Ma il piacere comincia con le parole, con le fantasie, con la connessione che riusciamo a creare con l’altro. Con la curiosità che abbiamo di scoprire il suo corpo per procurargli piacere e scoprire, insieme a lui, il nostro per procurarci piacere.
Anche perché, ma quanto può durare un orgasmo? Una manciata di secondi. Quanto può durare un incontro amoroso? Un’intera notte? (Un’intera vita?)
Ora, siamo sicuramente grandi sostenitori della qualità sulla quantità, ma c’è un limite a tutto! Goditi l’amore quindi, e arriverà anche il piacere. Orgasmico o meno.
Detto questo, non possiamo certo non parlare dell’ormai famoso ‘pleasure gap’: il minor numero di orgasmi che le donne provano quando fanno l’amore con gli uomini, rispetto ai loro compagni di letto. Questa differenza è una conseguenza del fatto che la maggior parte delle donne raggiunge l’orgasmo attraverso una stimolazione del clitoride e tale stimolazione diretta è più difficile durante un rapporto eterosessuale. Se il raggiungimento dell’orgasmo non deve diventare certo un’ossessione, è altrettanto importante che non venga nemmeno relegato allo status di fenomeno che si verifica saltuariamente e casualmente, perché così non è. Quasi tutte le donne, se adeguatamente stimolate (ovvero stimolate nel punto giusto e per un’adeguata quantità di tempo), possono raggiungere l’orgasmo. Per questo, permettici di auto citarci:
Il nocciolo della questione è diffondere una cultura in cui entrambi i partner si preoccupano anche dell’orgasmo della donna. Ovvero, se il rapporto si conclude prima che la donna abbia avuto tempo e modo di raggiungere il suo personale culmine, deve essere cura di entrambi i partner non fare finta di niente e pensare che sarà per la prossima volta, ma assicurare anche alla donna la sua dose di (massimo) piacere. Anzi, nel dubbio, sarebbe buona cosa avviarsi al rapporto quando la donna un orgasmo ce l’ha già avuto. (È la Giornata dell’Orgasmo Femminile (finalmente!))
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