Siamo felici di ospitare un altro racconto di Alessia Cattelan, la blogger più bionda del pianeta. Da non perdere, of course!
Oggi, un giovedì mattina come tanti, per intenderci, un giovedì di quelli che capitano tutte le settimane, mi sono svegliata pigra come capita tutti i giorni.
Il giovedì non mi piace, è la giornata più stupida della settimana, non è un inizio, non è una fine, è solo giovedì.
Mi piace, invece, fare le fusa tra le lenzuola e il piumone, adoro la sensazione della seta che scivola sulla pelle nuda, è la prima carezza della mattina. La stessa che tra pigrizia e malizia può diventare una carezza di piacere, solitaria e diretta, tra me e me. Questo giovedì mattina sei entrato in camera a ricordarmi che non essendo sabato mattina il mondo necessitava di essere salvato.
Ti guardo di nuovo e allora capisci che il mio è un invito. Sorridi e placido ti avvicini al letto.
Con la mano destra alzi le lenzuola per controllare che nessuno nella notte si sia permesso di cambiare “la merce”, la tua merce. Eccola lì, al suo posto: poggiata su un lato a farsi rimirare. Sento il tuo sguardo correre dalle caviglie e salire eccitato sino al bordo inferiore della sottoveste che lascia intravedere la pelle bianca del sedere su cui ti piace leggere e il punto in cui a me piace farti perdere. Sono lì, attorcigliata come un ramo di vite che aspetta che venga colta l’uva matura e succosa.
Essendo tu un gentiluomo non puoi fare altro che raccogliere la mia muta richiesta. Sorridi scivolando sopra di me. Le tue mani mi percorrono la schiena, controllano i fianchi per addentrarsi tra le mie gambe. Ti piace verificare che il mio non sia solo un gioco perverso per farti impazzire. L’umido che ti accoglie è solo l’anticamera del piacere.
Ti piace accontentarmi, ma prima di darmi ciò che voglio, in un giovedì qualsiasi, in un giovedì che non ha ricorrenze, prendi ciò che reputi tuo.
Generoso, ma pretenzioso, cerchi là di dare il giusto ritmo al mio corpo che si muove come un burattino nelle tue mani. Tocchi lì e la schiena si inarca, sposti la mano e la pupilla si dilata, mi prendi e il fiato si spezza. Ti piace giocare. Le unghie rosse affondano nelle piume del cuscino. Guardi soddisfatto mentre continui a non darmi ciò che anelo.
Il mio braccio destro si allunga per agguantare la tua testa, avvicino il tuo lobo alla mia bocca mentre le mani ti tirano i capelli. Lo lecco, lo tiro con i denti mentre ti sussurro “Ti voglio”. Finalmente hai capito che non è un tempo futuro, ma un imperativo.
Le gambe si rilassano fino a permetterti di entrare in me.
Prendiamo ritmo, ci incastriamo a perfezione come un bicilindrico. Parte lento per far aumentare i giri fino…fino… I corpi si scaldano, i fiati sussultano, ma è giovedì. Il mondo deve essere salvato.
Mi fai godere. Godi, mentre una cascata di capelli biondi si abbandona stremata sul letto. Mi baci la fronte sapendo che il mondo può attendere, che mi riaddormenterò per qualche minuto, in fondo è solo giovedì.
Buongiorno.
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