LELO_VOLONTE_Bisessualità e Pansessualità

Che differenza c’è tra bisessualità e pansessualità?

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L’articolo che segue è stato realizzato con il contributo della dott.ssa Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa, esperta in educazione sessuale.

Pensi che la differenza tra bisessualità e pansessualità ti sia chiara? Bi (dal latino bis) -due, pan (dal greco παν)-tutto, più semplice di così? Ti sbagli, leggi qua sotto e fai tua la famosa massima di Socrate: io so di non sapere. 😉

La questione del genere e dell’identità

Magari fai parte di un gruppo queer (= strano, un termine che è stato a lungo usato in maniera dispregiativa nei confronti delle persone non eterosessuali e che è oggi rivendicato soprattutto da chi non vuole etichettare il proprio orientamento sessuale) e mai distinzione ti fu più chiara ma se, come la maggior parte delle persone, sei cisessuale (o, all’inglese, cisgender) probabilmente avrai avuto poche occasioni per confrontarti con questioni come quella dell’identità di genere perché, nel tuo caso, il tuo genere di appartenenza è quello con cui ti identifichi.

Ma ci sono persone che non si riconoscono nel sesso assegnato loro alla nascita. Alcune di queste persone affrontano un percorso di riallineamento del genere, ovvero una trasformazione fisica che le porta ad assumere il genere corrispondente a quello desiderato. Altre possono scegliere di vivere nei panni e nel ruolo del genere in cui si identificano, senza affrontare necessariamente un percorso di riattribuzione di genere.

Esistono poi le persone di genere non binario: ovvero quelle che non si identificano né in un genere né nell’altro, ma come una combinazione dei due generi, come entrambi i generi o come nessuno dei due.

Va precisato infine che, storicamente, i generi riconosciuti per convenzione sociale sono stati due, maschile e femminile; ma è ovvio che esistono una serie di sfumature che non sono definibili a priori e che si situano tra il maschile e il femminile.

Le definizioni (non) contano

Il primo dato che emerge dalla messe di video e forum di discussione LGBTQ+ che si interrogano sulle differenze tra pansessualità e bisessualità, è che ognuno ha un modo un po’ differente e personale di interpretare le due definizioni. C’è chi si definisce bisessuale per comodità, in quanto questo termine è storicamente usato da più tempo ed è compreso da più persone, ma si sente in realtà pansessuale; e c’è chi si definisce pansessuale perché preferisce appunto, la freschezza di questa definizione, il fatto che sia un termine meno connotato storicamente e che la sua ‘community’ di riferimento sia più giovane.

Se bi non vuol dire due

Partiamo dal termine bisessuale. Potresti pensare che bisessuale sia quella persona che è attratta ugualmente da donne e uomini. E questa è stata, a lungo tempo, la definizione accettata. Ma, con il progredire della nostra comprensione del genere si è sentita la necessità di ampliare anche questa definizione.
Il termine bisessuale fa riferimento alle persone che sono, più o meno, ugualmente attratte sia dagli uomini che dalle donne, indipendentemente dal proprio genere.

Che cos’è la pansessualità

Le persone che provano attrazione per altri individui indipendentemente dal genere e dal sesso di questi (i cosiddetti gender-blind) si definiscono pansessuali. Nel mondo angolofono si è diffuso lo slogan ‘hearts, no parts’ che, anche se non corretto, ti può far capire il nocciolo della questione.
Questo slogan ha due difetti: uno, mettendo l’accento sugli ‘hearts’, i cuori, presuppone una diversità dei pansessuali rispetto agli altri orientamenti. È come dire ‘mi innamoro di una persona, e non di un sesso’, il che ovviamente è vero e falso allo stesso tempo per tutti gli orientamenti. Ci innamoriamo o proviamo tutti attrazione per la persona, ma il suo sesso e il suo genere giocano un ruolo ben importante in questa attrazione. Il secondo difetto è che le ‘parts’ sono importanti anche per i pansessuali ovviamente.

L’unico pregio di questa definizione è che pone l’accento su quella che i più ritengono come la distinzione più importante tra pan e bisessuali, ovvero che nel caso dei pansessuali il genere non rappresenta una discriminante per la scelta. Per questo, forse, il termine ‘gender-blind’ è più corretto. Un pansessuale può provare attrazione per uomini e donne, transessuali, genderfluid, androgini e tutto il continuum dello spettro. Il genere non è un fattore che contribuisce all’attrazione. Ma è complesso proporre una distinzione netta tra pansessualità e bisessualità, anche perché la questione è aperta nel mondo scientifico.

Che cosa non è la pansessualità

Non è una scelta. Come qualsiasi orientamento sessuale, anche quello pansessuale è influenzato da molteplici fattori (costituzionali, ambientali, famigliari, sociali) e tutto quello che riguarda l’essere umano e il suo sviluppo. Entro questi limiti, la possibilità di definirsi pansessuali non è qualcosa “scelto a tavolino”, né più né meno come la possibilità di definirsi etero o omosessuali. I pansessuali non sono persone particolarmente buone o di mentalità particolarmente aperta perché amano ‘tutti’. Sono persone che sperimentano un modo diverso di provare attrazione: tenendo sempre a mente che ogni “modo di amare” è diverso e specifico per ogni essere umano.

Allo stesso modo, essere pansessuale non fa di te una persona particolarmente disinibita. Certo, puoi essere pansessuale e disinibita, così come puoi essere eterosessuale e disinibita. Ma quel ‘con tutti’ non significa che un pansessuale non perde occasione per accoppiarsi.

L’importanza della community

Per molte persone che appartengono alla comunità LGBTQ+, la questione dell’appartenenza è molto importante. Riconoscersi in un gruppo, discutere in merito al proprio orientamento sessuale, avere modelli di riferimento e uno spazio per confrontarsi è fondamentale per persone che, nella maggioranza dei casi, anche se la situazione sta cambiando, vivono una realtà di discriminazione e negazione della propria sessualità. Sono persone che spesso vivono quello che dal punto di vista scientifico viene definito “minority stress” e che ha a che fare con lo stress prodotto dall’ambiente e dalla società sulle cosiddette minoranze. Un aspetto questo che può inficiare moltissimo e in modo drammatico la qualità di vita di una persona (quello che oggi accade in Italia ad esempio ai figli delle coppie omosessuali).

L’avvento della rete, ovviamente, ha rappresentato una risorsa senza uguali che ha permesso e permette quotidianamente a chi si riconosce in orientamenti sessuali ‘queer’ di dare una voce alle proprie istanze ed entrare in contatto con persone che condividono le proprie esperienze o simili.
In questo ambito, la discussione sulla distinzione tra bisessualità e pansessualità è ancora molto viva e non si è giunti a una conclusione definitiva.

Il consiglio migliore che ci sentiamo di darti è quello di chiedere sempre alla persona con la quale ti relazioni quale è la sua definizione del suo orientamento sessuale, in quale gruppo si identifica e come vuole essere considerata (o semplicemente cosa prova e cosa sente, talvolta anche capire in chi o cosa ci si identifica può essere l’esito di un lunghissimo processo, in costruzione per tutta la vita). Evita la tentazione così umana di semplificare e categorizzare perché quando è in gioco la sessualità non c’è niente di semplice e l’unica cosa che possiamo sapere con certezza è quella di non sapere.

La tua opinione

Sei bisessuale? Pansessuale? Ti riconosci in queste definizioni? Hai obiezioni o puntualizzazioni da farci? Lasciaci un commento qua sotto, vogliamo sentire la tua voce!