Di Charlie Sheen si può dire un po’ tutto e il contrario di tutto.
Già attore più pagato della tv statunitense per la sitcom ‘Due uomini e mezzo’, Charlie è passato dalle stelle di una vita fatta di sesso, droga & rock and roll all’amaro risveglio di un giorno del 2011, quando gli è stato diagnosticato il contagio da HIV (‘tre lettere difficili da digerire’, dichiarerà poi).
Ma questo non è il fondo toccato da Sheen in questa storia; ci sono state persone che, venute a conoscenza della sua condizione e approfittando del suo status di star mondiale, hanno cominciato a ricattarlo, minacciando di rivelare la notizia. È iniziato così un calvario che è terminato con il classico momento in cui Sheen, quel fondo, è arrivato a toccarlo e ha preso una bella spinta per risalire.
L’apparizione in TV e il ‘Charlie Sheen effect’
Con grande coraggio e molta semplicità, una mattina del novembre del 2015 Sheen è apparso in televisione, durante la trasmissione ‘Today’, molto popolare negli Stati Uniti, e ha rivelato a tutti la sua condizione.
Le conseguenze di questo gesto sono andate ben al di là del comprensibile sollievo di essersi liberato di quello che era diventato un fardello, perché il giorno in cui Charlie è andato in tv a rivelare il suo stato è nato quello che gli esperti hanno ribattezzato l’ ‘effetto Charlie Sheen’, ovvero la capacità di una star di aumentare la consapevolezza attorno a un determinato argomento, in questo caso il contagio da HIV.
Come dimostra uno studio, prendendo in considerazione i dati di Google Analytics a partire dal 1 gennaio 2004 (ovvero da quando Google ha iniziato a raccogliere dati) si assiste a un continuo e costante decrescere della presenza di storie riguardanti l’HIV online. Dal giorno in cui Charlie è andato in tv a parlare della sua situazione, tuttavia, le ricerche contenenti termini quali ‘HIV’, ‘condom’, ‘sintomi HIV’ e ‘test HIV’ sono aumentate di un impressionante 417%.
Charlie non è stata certo la prima star a contrarre l’HIV, ma è stata la prima a rivelare la sua condizione nell’era di internet, un’era in cui fondamentalmente tutto è misurabile. Anche la portata del suo ‘effect’.
Guarda il video, estremamente emozionante, in cui racconta la sua esperienza e parla del suo cambiamento (clicca in basso a destra sulla rotellina con la scritta Settings per selezionare i sottotitoli in italiano):
Il declino dell’interesse per l’AIDS e dell’uso del preservativo
A questo punto occorre fare un passo indietro.
La maggior parte di noi ricorda gli anni ’80, quando l’AIDS rappresentava uno spettro concreto e pubblicità e messaggi promozionali ci ricordavano con insistenza di indossare il preservativo, l’unica forma di prevenzione veramente efficace per proteggersi dal rischio di contrarre l’infezione.
Poi l’AIDS ha smesso di rappresentare una minaccia nella percezione generale delle persone: nuove cure sono riuscite a debellare quasi le conseguenze dell’infezione per cui, se diagnosticato in tempo, l’HIV viene tenuto sotto controllo in maniera molto efficace.
E la gente ha smesso di pensarci e di usare il preservativo. Con conseguenze allarmanti: lasciando da parte l’HIV, per il quale comunque ci sono 2 milioni di nuovi casi all’anno, esistono tutta una serie di nuove e vecchissime infezioni sessualmente trasmissibili (IST) che potrebbero essere facilmente evitate semplicemente indossando un condom. Ma la gente non lo usa. E non perché non ne abbia la possibilità. Semplicemente perché il condom, per usare le parole di Charlie Sheen, ‘non è sexy’. È una barriera che ci allontana dal partner, ovatta le nostre sensazioni, ma, cosa ancora peggiore, non ci garantisce quella sicurezza che ci aspetteremmo in cambio, perché spesso si rompe e ancor più spesso si sfila.
L’alleanza con LELO
E ora torniamo a Charlie Sheen, il giorno in cui si è reso conto che le conseguenze della sua dichiarazione andavano ben oltre le implicazioni personali. È stato allora che ha capito di poter sfruttare la propria popolarità per evitare che altre persone si trovassero nella sua situazione e per aiutare le persone che invece, come lui, in quella situazione già c’erano. È per questo che ha promosso la campagna ‘Stay Positively Negative’ e sostenuto la Elton John Aids Foundation.
Ed è per questo che ora sostiene LELO HEX, un preservativo con una struttura rivoluzionaria, ispirata al grafene, che garantisce una robustezza senza precedenti e la massima naturalezza delle sensazioni. Un preservativo che promette di essere diverso e che è disponibile qui ed ora. Non tra dieci anni.
LELO cercava un partner in grado di portare l’attenzione sul sesso sicuro e chi meglio di Charlie? Una persona che è stata capace di morire (mediaticamente parlando) e poi risorgere, mettendo la propria popolarità al servizio di una causa tanto più preziosa quanto è personale.
Charlie e HEX si completano a vicenda in questo progetto: uno ha la voce per convincere la gente a cambiare, l’altro ha la tecnologia per renderlo possibile quel cambiamento.