Accarezza con l’indice la curva del collo. Raggiunge la spallina del vestito e ce lo infila sotto. Incontra l’ostacolo dell’elastico del reggiseno. Con un piccolo sforzo lo solleva e lo fa scivolare oltre la spalla. Lei lo fissa con occhi grandi di desiderio. Alza il mento a offrirgli un più facile accesso al collo e lui si accosta al profumo della sua pelle.
– Ciao come stai?
Bene. Tu come stai?
– Bene. Ti va di scopare?
Sposta il dito dal braccio al seno, passando leggero per l’incavo dell’ascella. La pelle è morbida, sicuramente resa setosa da qualche crema di quelle che usano le donne. Inserisce la mano intera dentro lo scollo, aggancia con forza il seno grande e lo tira fuori dal vestito. Il suo bacio si trasforma in un morso leggero, che tuttavia le strappa un gorgoglio di piacere dal fondo della gola.
Allora stringe un po’ di più con i denti, mentre anche le sue dita si serrano attorno alla forma calda e morbida. Lei chiude le labbra in una serie di mugolii, come una gatta che fa le fusa.
Affonda l’altra mano nella sua chioma di capelli scuri e costringe la testa all’indietro scoprendole ancor di più il collo.
Non ami i giri di parole.
– Li trovo inutili.
Non saprei cosa rispondere…
– Basta un semplice sì.
Inizia a percorrerle il collo con le labbra, pericolosamente diretto verso il suo seno scoperto. Solleva il capezzolo verso di sé, lo prende in bocca e stringe. Lei si lascia sfuggire un altro di quei sospiri rochi. Allora lui serra le labbra attorno a quella punta dura e delicata e a lei scappa un gemito forte, mentre automaticamente allarga le gambe.
Con un movimento così brusco che strappa il vestito e lascia un graffio sulla sua pelle, lui le tira giù l’altra spallina e si distacca un attimo per guardarla.
Ha entrambi i seni pieni fuori dal vestito che le risale lungo le cosce divaricate. Il segno dei suoi morsi è visibile sul collo e sul seno destro, i suoi piedi penzolano dalla scrivania dove lui l’ha spinta a sedere.
‘Preferisci che ti scopi qui o sul letto?’
Sì, ho voglia di scopare. Non so se ho voglia di scopare con te.
– Perché non dovresti averne voglia?
Perché magari ci conosciamo e non mi piaci.
– Ti piacerò.
Lei apre improvvisamente gli occhi che aveva socchiusi in due fessure e allunga una mano verso di lui. Lo prende per la camicia e lo attira a sé
‘Qui e sul letto’, gli sorride calda dentro l’orecchio. Lui l’afferra per il mento e le spinge con forza la testa contro la parete, lei si prepara a sbattere contro il muro ma la sua nuca atterra contro una superficie morbida, il palmo della mano di lui. Lui le stringe le dita attorno alla bocca, costringendola ad aprire le labbra, poi gliele lecca con la lingua morbida.
Adesso le sue mani scivolano lungo la schiena di lei, si stringono forti attorno ai suoi fianchi e l’attirano verso di sé. Lei sente il vestito risalire ancora, il pizzo delle sue calze venire allo scoperto, sente il bozzo duro dell’eccitazione di lui contro il proprio sesso, già bagnato. Vorrebbe insinuare le mani tra di loro, vorrebbe tirare fuori il suo membro e prenderlo, vorrebbe riempire il vuoto che sente urlare dentro di sé, ma lui si stringe ancora di più a lei e inizia a muoversi, mimando un amplesso.
La stoffa leggerissima della sua biancheria non la protegge da quella carezza ruvida e ritmica, che scivola su e giù tra le pieghe del suo sesso. È quasi fastidiosa e i suoi gemiti sono un misto di piacere e dolore. È come se lui, per qualche motivo strano, la volesse prendere con tutti i vestiti addosso.
Sei molto sicuro di te.
– Sì.
E cos’è che ti rende così sicuro?
– Prova e vedrai.
Mi spiace ma ci vuole altro per convincermi.
– Mi spiace per te. Io sono pronto in qualsiasi momento
Lei non ce la fa più, lo vuole dentro. Lui sorride a sentirglielo dire, la spinge ancora di più contro la sua erezione. Continua a muoversi e ogni volta che i suoi movimenti raggiungono il clitoride lei crede di venire, ma poi in un attimo lui si distacca e il suo piacere rimane insoddisfatto.
Come fai a saperlo? Magari nemmeno io ti piaccio.
– Fidati, lo so.
‘Scopami. Qui. Adesso. Ora.’
È una richiesta strozzata. Lui sorride di nuovo, la sua è una rivincita. Si scosta leggermente dal suo corpo, si abbassa la zip e si tira fuori il sesso pronto. Lo prende fra le dita per guidarlo verso di lei, sposta i suoi slip e, con un rantolo, entra.
Ho voglia, possiamo vederci?
– Te l’ho detto, sono pronto in qualsiasi momento.
Se non mi piaci me ne andrò, lo sai.
– Non te ne andrai. E godrai molto.
L’orgasmo che finalmente arriva a liberarla dalla tensione che aveva avviluppato tutte le sue membra le strappa un grido di piacere e poi tanti gemiti a seguire, che accompagnano inevitabili i sussulti del suo corpo. Lui la stringe forte mentre gode, aspetta che si sia calmata, poi la solleva dalla scrivania (lei sente la fibbia della sua cintura urtare contro il proprio corpo e si rende conto che lui è ancora vestito di tutto punto) e, sempre restando duro e fermo dentro di lei, si dirige verso il letto.
‘Adesso ti scopo anche qui’, le sussurra, ‘te l’avevo detto che avresti goduto molto’.
Dove sei?
– Di fianco alla finestra, alla tua estrema destra. Giacca blu.
Ti sei registrato?
– Sì, camera 208.
Ci vediamo là.