Questa fantasia è stata sognata da Venus O’Hara, e la puoi leggere in originale qui.
Lascia che ti sveli un segreto.
Ho questa fantasia da non so quanto tempo.
È iniziato tutto quando ero una studentessa di belle arti e disegnavo nudi in un corso di disegno artistico.
Spesso fantasticavo di essere la modella della classe. Nella realtà, sono troppo timida per posare nuda davanti a un gruppo di sconosciuti. Ma nella mia immaginazione tutto è possibile.
Non lo faccio perché ho bisogno di soldi. Lo faccio perché amo l’attenzione. L’atmosfera è estremamente formale. Il silenzio è quasi totale. L’unico rumore che si sente è quello delle matite che sfregano sulla carta. È pieno di artisti. Artisti seri. La serietà dell’atmosfera mi eccita ancora di più.
Quando arrivo per la lezione, non indosso niente sotto i vestiti. Non lo faccio solo per praticità, per evitare che gli artisti vedano i segni lasciati dalla biancheria sulla mia pelle. Lo faccio perché non indossare biancheria, prendere i mezzi pubblici e poi camminare per strada mentre sento la brezza sotto la gonna accarezzare il mio sesso nudo, mi eccita incredibilmente.
In genere arrivo circa dieci minuti prima dell’inizio della lezione. Saluto il professore e gli studenti e mi spoglio in un angolo.
Quando sono nuda, indosso una vestaglia e mi posiziono davanti alla classe. L’insegnante mi ha già spiegato le pose che devo assumere. Alcune durano cinque minuti, altre dieci, quindi la qualità e il dettaglio dei disegni variano molto.
Quando arriva il momento di togliermi la vestaglia, sento un’altra ondata di eccitazione. Tutti fissano il mio corpo nudo in silenzio. Guardo gli studenti osservarmi mentre mi disegnano. Sento il rumore delle matite che graffiano la carta.
Ma quello che mi eccita di più è sentire quegli sguardi sulla mia nudità. Scruto la stanza solo con gli occhi perché non posso muovere il corpo; devo rimanere immobile in ogni posa. Noto che c’è un ragazzo proprio in fondo alla classe che mi fissa più intensamente di chiunque altro. Sembra molto meticoloso.
Quando mi fissa, la sua espressione è piena di concentrazione. Sento il suo sguardo come una fonte di energia. È come una sessione di Reiki. Anche se non mi sta toccando, posso sentire la carica energetica del suo sguardo intenso contro la mia pelle nuda. Quando fissa il mio seno, i miei capezzoli si inturgidiscono. Quando fissa i miei genitali, sento il clitoride pulsare e la mia vulva è calda e bagnata. Sento persino l’umidità sulla parte superiore delle cosce. Chissà se tutto questo trasparirà dal suo disegno.
Sono curiosa di vedere esattamente cosa sta creando perché senza dubbio è lui che presta più attenzione alla mia nudità. Deve essere molto bravo perché l’insegnante non corregge mai i suoi schizzi come fa con gli altri studenti.
Alla fine della lezione, dopo un’ora di posa, rimango nuda. Voglio ritardare il più a lungo possibile il momento in cui mi vestirò. Gli studenti ripongono le matite. Mi aggiro tra i cavalletti per vedere cosa hanno prodotto. Alcuni disegni sono davvero belli. Ma la cosa veramente interessante è che la percezione che ognuno ha del mio corpo nudo è totalmente diversa. È lo stesso corpo, ma ci sono così tante rappresentazioni diverse.
Poi arrivo al ragazzo che mi fissava più degli altri. Vedo che è chiaramente imbarazzato. Tutt’a un tratto riesce a malapena a guardarmi negli occhi.
Perché?
Ma quando poi vedo i suoi schizzi capisco tutto. Non è assolutamente in grado di disegnare. Oddio. È davvero pessimo! Era quello che mi fissava con più attenzione e tutto quello che è riuscito a produrre sono una serie di scarabocchi che non somigliano nemmeno a una persona. I suoi schizzi sono i peggiori che abbia mai visto in un corso d’arte. Ecco perché l’insegnante non osava correggerlo. Non c’era niente da correggere!
Sono inorridita.
Come può qualcuno che disegna così male partecipare a una classe piena di studenti avanzati? Sono confusa. E persino imbarazzata per lui.
Ma quando realizzo che è venuto solo per guardarmi, la mia eccitazione raggiunge il punto di non ritorno.