«E quindi, il nostro bel dottorino te lo sei portato a letto?»
«Non esattamente»
«L’hai detto tu che l’altra sera avete fatto sesso»
«Sì, ma non è stato sesso in senso canonico. E soprattutto non è “il nostro bel dottorino”. Semmai, il mio nuovo amante»

«Pardon, madame! Però adesso mi spieghi come si fa a fare sesso in modo “non canonico”»
«Si fa che dopo la cena giapponese l’ho invitato ad ascoltare un po’ di musica da me»
«Okay, ma fin qui è la solita routine…»
«Eravamo divertiti, euforici, lui ancora troppo “ingessato” per i miei gusti. Così, mi è venuta voglia di provocarlo»
«Ahia…»

«Accendo lo stereo, seleziono i Black Keys e ci sediamo sul divano a bere qualcosa. Mentre parliamo inizio a giocare con la lingua intorno al bicchiere. Sembra in imbarazzo, sfuggente, allora smetto. Invece lui mi fissa e dice: “Continua”. Allora mi è venuta un’idea, volevo farlo soffrire un po’: avevo dovuto aspettare davvero troppo per quel primo appuntamento!»
«Lasciami immaginare… Qual è stato il tocco di stile?»
«Ero senza reggiseno e mi sono sbottonata la camicetta. L’ho aperta fino a lasciargli intravvedere i seni. Poi ho bagnato le dita dentro la sua vodka e ho iniziato ad accarezzarmi i capezzoli, con movimenti lenti e circolari, lenti e circolari, lenti e circolari…»
«Figo! L’hai letto sul Blog delle Casalinghe Disperate?»
«Ma tu sei la mia migliore amica o COSA?»
«COSA»

MASTURBAZIONE_DONNA«Che simpatia…  Insomma, sento i capezzoli duri, comincio a eccitarmi e vado oltre: mi sfilo la gonna, resto con le mutandine, metto una mano dentro e mi accarezzo delicatamente. Continuo per qualche minuto, lui non mi toglie gli occhi di dosso, vedo trasformarsi la sua espressione divertita in una più intensa, di eccitazione…

A quel punto si sbottona la camicia, si avvicina e mi sfiora le cosce. Io gli blocco le mani e lo obbligo a restare fermo. Mi alzo un attimo e dal cassetto dello scrittoio tiro fuori il mio “compagno di letto”»
«Beh, geniale! Sei con un uomo vero e tu punti sul surrogato… Mi sembra notevole come incoraggiamento!»
«Certo che non hai proprio fantasia! È un gioco erotico e agli uomini piace. Ah già, dimenticavo: tu non sei un uomo»
«In compenso sono curiosa come una donna. Vai avanti»

«Ritorno sul divano, mi tolgo le mutandine e resto soltanto con le décolleté. A quel punto lui si è già tolto la camicia, le scarpe e sta per sfilarsi i pantaloni. Gli faccio cenno di sedersi, mi ignora e mi avvicina a sé mettendomi le mani sul sedere. Ho una tremenda voglia di lui, eppure gli dico che NO, NON PUÒ toccarmi: deve limitarsi a guardare. Resta spiazzato, non sembra convinto, però ubbidisce e torna a sedersi incuriosito. Questa volta mi metto di fronte a lui, tolgo i bicchieri dal tavolino e mi siedo lì sopra. Apro leggermente le gambe e comincio a leccare lo strumento, prima da un lato, poi dall’altro. Lo metto in bocca e ci gioco un po’ con la lingua. Lui comincia a “guidare” i miei movimenti dicendomi cosa fare, come muovermi e nel frattempo inizia ad accarezzarsi i genitali. Lo zittisco subito: NON PUÒ dirmi cosa devo fare» 

«Brava amica! È importante in una relazione mettere in chiaro subito come stanno le cose… »

«Riprendo a giocare con il mio oggetto di piacere. Lui si infila la mano nei pantaloni, dice che lo sto eccitando troppo e ha voglia di “conoscermi meglio”. Allungo una gamba e affondo leggermente il tacco della décolleté sulla mano nei pantaloni. Rispondo che c’è una condizione perché io continui a fare ciò che sto facendo, ovvero che lui stia in silenzio e fermo. Può solamente osservare il mio piacere».

«E tu vuoi farmi credere che lui ti ha assecondato in questo folle piano erotico?»
«All’inizio mi ha guardato con un’espressione abbastanza frustrata… Ma poi è stato al gioco!»
«Del resto, Dio li fa e poi li accoppia…»
«Allora si è ricomposto e ha iniziato a fissarmi. Io riprendo il mio compagno di giochi e comincio a masturbarmi penetrando a fondo, con un movimento lento e costante.
Vado avanti qualche minuto, sento il respiro pesante di lui che nel frattempo si versa un altro goccio di vodka. La situazione mi piace, mi eccita tantissimo quello sguardo “immobile” su di me, la sua sofferta costrizione, questa dolce tortura reciproca…

Proseguo finché non arrivo al culmine del mio piacere, con un’esplosione di sensazioni che parte dal ventre e si irradia su tutto il corpo. Resto immobile per qualche secondo e assaporo fino in fondo l’intenso benessere. Poi apro gli occhi e lo vedo lì, lo sguardo di fuoco, un’erezione pazzesca. Immagino di prenderglielo in bocca, succhiarlo per bene e scoprire il suo sapore… Invece mi alzo, lui si alza, si avvicina, io raccolgo le sue scarpe di squisita manifattura inglese e gli ordino di rimettersele.

Esegue lentamente, a fatica. Solleva gli occhi verso l’alto mentre è ancora chino sul pavimento e intercetta i miei. I nostri sguardi si fondono in un lungo, intenso, appassionato, sensuale, dolcissimo e perverso abbraccio»

«Davvero affascinante… E dopo?».
«L’ho ringraziato per la piacevole compagnia e gli ho detto che poteva tornare a casa»
«No scusa, fammi capire. Hai costretto l’illustre psichiatra – alias tuo nuovo amante – a passare tutto il resto della serata, probabilmente anche della notte, a masturbarsi ripensando a te e a tutto quello che avrebbe potuto fare, come uno sfigato qualunque?»
«Dici che ho esagerato con lui?»
«Dico che ho per migliore amica un’autentica sadica!»
«Appunto».

LELO_MIA

 

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